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CISL: ALLARME DISOCCUPAZIONE. LE VITTIME DELLA CRISI SONO 27.500

La crisi è tutt’altro che finita e a pagare il conto sono le famiglie, costrette a indebitarsi e sempre più spesso alle prese con l’incubo disoccupazione: i lavoratori in provincia di Udine rimasti a casa, in cassa integrazione o in mobilità, sono infatti 27.500 contro i 12.300 del 2007. Ecco perché la Cisl lancia di nuovo l’allarme e denuncia «la mancanza assoluta di misure adeguate per rilanciare l’economia». Il segretario della Cisl, Roberto Muradore, punta il dito soprattutto contro la burocrazia e l’inadeguatezza delle infrastrutture. «Tutti sottolineano la necessità di semplificare, ma poi concretamente cosa si è fatto? Poco o nulla. In Regione non è cambiato quasi nulla – sottolinea il sindacalista – e mancano anche le infrastrutture e i servizi per le imprese. Adesso si mettono a costruire un collegamento diretto tra il Triangolo della sedia e l’autostrada che andava bene 20 anni fa. E la terza corsia quando sarà pronta? Nessuno lo sa». I sindacati temono in modo particolare per i giovani, sempre più precari e con poche garanzie per il futuro, e per chi esce dal mercato del lavoro in età avanzata e fa molta difficoltà a ricollocarsi. Tanti gli elementi presi in considerazione dalla Cisl per analizzare la situazione economica. «Nel periodo della crisi (dal 2008 al 2011) l’economia del Fvg ha perso il 5% del reddito totale contro il 4,8% di quello italiano e il 5,2% della provincia di Udine – dice Muradore -. Questa flessione è dovuta sia al forte rallentamento dei consumi delle famiglie e degli investimenti delle imprese, ma, soprattutto, alla perdita di competitività delle nostre esportazioni calate di oltre un miliardo di euro e in gran parte imputabile al settore manifatturiero della provincia di Udine e di quella di Pordenone. La perdita di reddito si è ovviamente riflessa sul mercato del lavoro: la disoccupazione in provincia di Udine è quasi raddoppiata superando la soglia del 6%, mentre il numero dei lavoratori interessati alla crisi è più che raddoppiato nel periodo 2007-2011». E ancora: «Lo stock di lavoratori disoccupati, mobilitati e sospesi – sottolinea Muradore – è passato dalle 29 mila unità del 2007 alle oltre 63 mila del 2011 giungendo a rappresentare oltre l’11% della forza lavoro, ovvero di coloro che desiderano un impiego. In provincia di Udine l’incremento è stato ancora più intenso poiché i lavoratori interessati dalla crisi sono passati dai 12.300 del 2007 ai 27.500 del 2011. Anche le famiglie friulane – conclude – hanno mostrato di soffrire la stagnazione che ha interessato l’economia regionale nell’ultimo decennio: esse, infatti, hanno raddoppiato il proprio livello di indebitamento passando da una quota pari al 12,7% del Pil regionale (anno 2000) al 26,1% del 2010».

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