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CASO CAFFARO, TRA SILENZI E OPPORTUNITA’

Dopo tre anni dall’esplosione del caso-Caffaro e la chiusura per inquinamento ambientale dell’impianto di cloro soda dell’allora proprietario Snia, il polo chimico di Torviscosa, in provincia di Udine, resta ancora fermo al palo. E non per la mancanza di interesse imprenditoriale, ma a causa dell’”inerzia politica” che di fatto sta dilatando i tempi della ripresa. Una ripresa faticosa che l’anno scorso sembrava avviata grazie alle vendita dello stabilimento al Gruppo Bertolini – con il riassorbimento di 150 lavoratori, sui 230 originariamente impiegati – e che oggi registra un nuovo stop, denunciato dai Sindacati territoriali.
Da mesi – spiega il segretario della Femca Cisl, Augusto Salvador – siamo in attesa di un incontro, più volte richiesto, con i vertici regionali, per definire la situazione: dopo vari solleciti anche a mezzo stampa il vicepresidente del Friuli Venezia Giulia ha deciso di convocarci, ma ad oggi non abbiamo né date certe, né risposte, quasi vi fosse il più completo disinteresse per una questione che invece è cruciale per l’economia friulana”.
Il silenzio delle istituzioni appare inspiegabile, soprattutto tenuto conto che il percorso virtuoso avviato nel 2008 è arrivato a compimento, con lo sblocco ambientale della cosiddetta “area 7”, dove potrà essere costruito il nuovo impianto a membrane. In sostanza, tutti gli ostacoli sono stati superati: il commissario straordinario, Marco Cappelletto, è riuscito a salvare una azienda tecnicamente fallita con la vendita al Gruppo Bertolini e grazie all’intervento di Friulia, braccio operativo della Regione Friuli Venezia Giulia, l’area 7 è stata svincolata e ci sono “tutte le condizioni per concludere senza indugi il lavoro fatto e mantenere gli impegni presi verso le maestranze e gli industriali che intendono investire nel polo chimico”.
Malgrado ciò – si legge in un comunicato stampa unitario delle organizzazioni sindacali – ci stiamo avvicinando alla scadenza della cigs per 79 lavoratori, il nuovo investimento per la realizzazione dell’impianto di cloro soda è ancora sulla carta, venendo così disattesi gli obblighi posti dal contratto di vendita dello stabilimento e che prevedono la sua tempestiva realizzazione, e tutto questo senza che nessuno sembri preoccuparsene. “Noi – commenta Salvador – siamo, invece, molto preoccupati per il futuro di un sito dalle enormi potenzialità strategiche, se si considera la sua posizione geografica, la presenza di infrastrutture, la densità di centri di ricerca specializzati e ad alto valore aggiunto”.
Quanto alle richieste, il segretario della Femca va dritto al punto: “Chiediamo garanzie istituzionali e lo sblocco della gara per il nuovo impianto a membrane, tassello necessario per il rilancio del sito: oggi, infatti, lo stabilimento acquistato da Bertolini lavora comprando, anziché auto-producendo, il cloro dall’Austria, cosa impensabile per essere competitivi sui mercati.
“Apprezziamo – spiega Salvador – le parole del presidente della Regione, Renzo Tondo, secondo cui bisogna passare dall’economia di carta a quella reale: il governo regionale sul rilancio del polo di Torviscosa ha uno dei suoi concreti banchi di prova. Metta, dunque, in campo la sua autorevolezza per sbloccare una situazione che sta diventando paradossale, se non grottesca”. “Le istituzioni – conclude il sindacalista cislino – non ci esasperino ulteriormente: in assenza di interlocuzione tempestiva siamo pronti a mobilitare tutti i lavoratori del comparto”.
Mariateresa Bazzaro