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I COSTI DELLA POLITICA IGNORATI DAI RESPONSABILI

I costi della politica ignorati dai responsabili di ROBERTO MURADORE*
Tutta l’Unione Europea è impegnata nello sforzo di contenimento dei debiti sovrani esplosi anche a causa della modestissima crescita dell’economia e, nel nostro Paese, per una politica di spesa dissennata. L’Italia ha iniziato in extremis ad affrontare il problema sotto l’egida tecnica della Bce interessata a evitare che il fallimento dell’Italia trascinasse quello dell’area dell’Euro. Si è avviata, pertanto, l’esperienza del governo tecnico che poggia sull’urgenza di salvare l’Italia dal fallimento e, in seguito, sull’obiettivo di farla tornare a crescere. L’Italia è ancora fortemente impegnata nella fase dell’urgenza, ancorché stia “meglio” rispetto a due mesi fa grazie allo sforzo, al sacrificio e alla sofferenza di alcune fasce sociali: pensionati, lavoratori pubblici e privati! E questi non possono certo essere lasciati soli. Il presidente Napolitano, infatti, esorta continuamente la politica alla sobrietà e alla responsabilità. Il governo Monti, inoltre, afferma che nella spesa pubblica esistono ampi margini di risparmi e di razionalizzazioni ottenibili senza compromettere la qualità dei servizi offerti. Dando l’esempio, dichiara che nei primi 100 giorni i risparmi della Presidenza del Consiglio sono stati 43 milioni di euro, sottolineando come tutte le componenti della società debbano partecipare allo sforzo di salvezza e di rilancio dell’Italia. Il cardinal Bagnasco, infine, sprona la politica ricordando che chi rientra nella classe dirigente ha doveri specifici di trasparenza ed economicità. La Cisl di Udine il 27 febbraio scorso ha promosso una tavola rotonda il cui scopo era quello di iniziare la ricerca di “un comune senso della sobrietà” che permettesse di sanare l’evidente scollamento tra la classe politica e la società civile. L’iniziativa era improntata alla volontà di contrastare l’antipolitica che nega il ruolo dirigente della politica, che ritiene debba essere gratuita riservandola, di fatto, ai ricchi, che la ritiene non riformabile, eccetera… L’ulteriore finalità era evitare la mancanza di coinvolgimento della società civile, così come nel modello del “Tavolo regionale sui costi della politica”, tutto interno a questa poichè riservato a soli 13 politici. La tavola rotonda è stata aperta da una relazione tecnica che ha rendicontato i costi di funzionamento degli organismi politici della Regione Fvg (Consiglio e Giunta) utilizzando dati e informazioni disponibili solo nel Consiglio Regionale stesso. Ne è scaturito un ampio e articolato dibattito abbondantemente ripreso dagli organi di stampa. Ciò che ha stupito e addolorato, però, è che un ex-Presidente del Consiglio e il Presidente in carica non soltanto non conoscano i dati e le informazioni del proprio sito, ma che, per supponenza e arroganza, abbiano definito “castroni”, “ballisti” e “scorretti” coloro che hanno utilizzato, citandola, l’unica fonte ufficiale disponibile a riguardo (il Consiglio regionale, per l’appunto). Una reazione davvero scomposta e volgare che non si addice per nulla a chi ha ricoperto e ricopre ruoli istituzionali. Sono forse stati presi dalla sindrome di “lesa maestà”, oppure pensano che “se vuoi discutere devi solo star zitto” o, ancora, ritengono che “piangere fa male al Re”? Tuttavia, nella convinzione che questo increscioso incidente di percorso non debba fermare il dialogo tra gli organi politici del Friuli Vg e la società civile, proponiamo un suo fattivo superamento chiedendo ai consiglieri regionali del Fvg di poter illustrare la relazione tecnica della tavola rotonda al Consiglio Regionale stesso trovando uno spazio ad hoc tra i lavori dell’Assemblea. *segretario generale dell’Unione sindacale territoriale dell’Udinese e della Bassa Friulana della Cisl