CISL: SARA’ UN 2012 DI RECESSIONE PER IL FRIULI
«Nel 2012 ci sarà un arretramento del reddito degli abitanti della provincia di Udine. Saremo dunque in recessione». A sostenerlo è il segretario della Cisl Udine e Bassa friulana, Roberto Muradore (foto), che, visti gli ultimi dati sul Pil provinciale, spiega: «Nel 2011 è cresciuto solo del 0,4 %, dato in linea con la media nazionale, contro l’incremento dell’1,2% del 2010». Tale situazione è dovuta al diffuso impoverimento delle famiglie che causa minori consumi interni, ma anche il settore dell’export non gode di buona salute, facendo lievitare le possibilità di licenziamento per i lavoratori del territorio. L’andamento dei dati sulla cassa integrazione del primo bimestre del 2012 confermano il quadro a tinte fosche: nella nostra Regione sono state autorizzate circa 3,4 milioni di ore contro i 2 milioni (+58%) del corrispondente periodo del 2011. La cassa integrazione straordinaria – anticamera dei licenziamenti – è aumentata del 51% e rappresenta oltre il 66% del totale integrato. Per scongiurare un ulteriore aggravarsi della situazione, secondo Muradore, «bisogna intervenire nel settore industriale, l’unico che può fare la differenza, sostenendo la competitività delle imprese». Ma ecco la ricetta proposta dal sindacato: «Occorre individuare con certezza i reali fabbisogni di investimento, di credito, di ristrutturazione, di sviluppo e di formazione delle imprese per il 2012, raccogliendo il punto di vista delle aziende stesse. Diventa essenziale, quindi, istituire l’Osservatorio regionale sulle imprese manifatturiere sia per il dialogo diretto con le imprese, sia per prevenire in tempo le crisi. Ma – ha aggiunto Muradore – è necessario riformulare la legislazione di sostegno alle imprese industriali. La riforma del credito appena varata si concentra solo sul Frie (che aveva impegnato tutte le risorse disponibili nel 2011), mentre non considera Friulia e Mediocredito Fvg, realtà importanti del credito regionale. La prima, nel 2011, ha accusato pesanti perdite di bilancio ed erogato alle imprese finanziamenti pari a un sesto di quelli del Frie, mentre il secondo ha crediti in anomalia per un valore superiore al proprio patrimonio. Serve un quadro dettagliato dell’operatività degli strumenti pubblici creditizi regionali per capire quante siano le risorse disponibili». E’ necessario inoltre, secondo il segretario, «rafforzare l’Agenzia regionale del lavoro valorizzando quanti vi hanno fino a oggi operato, pena un suo scivolamento in una routine burocratica e inutile».