L’APPELLO DEL SINDACATO, TORNARE AL VALORE DEL LAVORO
In un momento di forte sofferenza, come quello attuale, bisogna tornare al valore vero del lavoro, costruendo tutti assieme un progetto, prima di tutto culturale, nuovo, capace di dare risposte ai lavoratori e alle imprese in crisi. E’ quanto emerso stamani all’Abbazia di Rosazzo, nel corso di un convegno promosso dalla Filca Cisl di Udine e regionale sul tema, attualissimo, del rapporto tra lavoro ed etica.
“La responsabilità del Sindacato – ha detto il segretario della Filca di Udine, Gianni Barchetta, dopo aver inaugurato anche una nuova sede di categoria a Manzano – non deve essere solo quella di far rispettare i contratti, ma di contribuire in modo concreto a far riscoprire il valore del lavoro, non certo demonizzando il profitto, ma sapendo che il profitto stesso deve essere arricchimento collettivo e non solo individuale.
Mentre la crisi peggiora, tanto che per il 2012 non si prevedono spiragli di ripresa – nel solo Distretto della Sedia si temono, tra maggio e settembre altri 300 esuberi stante la scadenza di molti ammortizzatori sociali e nell’edilizia in 18 mesi si sono persi un migliaio di posti di lavoro – occorre tornare a ragionare di etica e di futuro.
Le ricette per rilanciare il Friuli, a vocazione manifatturiera, non mancano, come ha evidenziato il vicepresidente della Provincia Daniele Macorig, parlando di formazione, politiche attive del lavoro e di integrazione, ma per dare una risposta complessiva ad una crisi che morde – nel 2011 risulta un solo contratto su 10 a tempo indeterminato – serve qualcosa di più.
Ad esempio – ha spiegato il segretario regionale della Filca Cisl, Viviano Cosolo – una nuova organizzazione del lavoro improntata alla collaborazione e al coinvolgimento diretto dell’intelligenza del lavoratore, in ottica anche di condivisione della responsabilità.
Una partecipazione dei lavoratori – è stato detto, richiamando l’esperienza positiva e tutta di categoria degli enti bilaterali – solo in parte attuata, ma prevista anche dal dettato costituzionale, che se fosse del tutto applicato aiuterebbe i grandi cambiamenti di cui il mondo del lavoro, anche locale, ha bisogno.
A di là degli interventi necessari, richiamati pure dal consigliere regionale del Pd, Paolo Menis come, ad esempio, la sburocratizzazione, i servizi, la revisione delle Finanziarie regionali, quello che serve è la costruzione di una cultura nuova, di una coscienza collettiva che si è persa a favore di un individualismo esasperato. “Se non c’è coscienza collettiva – ha ben sintetizzato Giuseppe Stoppiglia, presidente dell’Associazione Macondo – non ci può essere vera solidarietà. Oggi la società vive della somma degli individui, ma non conosce più il senso della comunità”. Occorre – secondo il religioso – tornare ad una condivisione di valori, altrimenti c’è solo depressione culturale, depressione di un popolo intero. “Oggi – ha concluso – l’etica non esiste più, viviamo una fase di instupidimento, dove la consolazione è un’offesa se non c’è condivisione di valori, che si traducono in obiettivi”.
“Le risposte vere che possiamo dare – ha infine sottolineato il segretario nazionale generale della Filca Cisl, Domeni Pesenti – non sono quelle di utilità pratica, ma bisogna ricostruire un progetto di cultura, che ci veda tutti insieme costruire qualcosa di nuovo. Siamo in un vuoto totale di creazione. Bisogna ricostruire il senso di bene comune e recuperare il senso di partecipazione dei lavoratori alla vita dell’azienda, ma anche alla politica”. “Al centro della crisi – ha concluso Pesenti – c’è la sottovalutazione del lavoro a beneficio di chi sposta solo denaro. Chi sa lavorare, costruire qualcosa oggi non è considerato, non viene pagato per quello che fa. Dobbiamo impegnarci su questo e ridare dignità alle persone”.