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LA CISL FVG SPINGE SULLA PREVIDENZA COMPLEMENTARE

La Cisl del Friuli Venezia Giulia spinge sulla previdenza complementare, promuovendo a pieni voti la creazione del primo fondo integrativo regionale, sollecitato già dagli anni Novanta. Stamani a Monfalcone, nel corso di un partecipatissimo incontro dedicato proprio al tema delle pensioni, il Sindacato preme l’acceleratore con il segretario Renato Pizzolitto: “Come Cisl contiamo di avere il fondo funzionante entro la fine dell’anno e di poter dare a tutti gli interessati, soprattutto ai giovani, la possibilità di costruirsi una posizione previdenziale integrativa tale da garantire una pensione dignitosa. Siamo, dunque, di fronte – ha spiegato in sostanza l’assessore Andrea Garlatti, illustrando le caratteristiche del fondo – ad una innovazione istituzionale e ad un’infrastruttura sociale di rilevante portata per la nostra comunità”.
Del resto, la partita della pensione integrativa resta per la Cisl “indispensabile”, accanto ad interventi più incisivi sul fronte nazionale della riforma del fisco a vantaggio di lavoratori e pensionati.
La riforma “Fornero” – nel mirino del convegno di stamani e oggetto di una dettagliata analisi da parte di Angelo Marinelli del Dipartimento Previdenza della Cisl – infatti andrà ad incidere pesantemente ed in modo progressivo sulle prestazioni. Un dato che preoccupa fortemente il Sindacato e che va ad aggiungersi – come ha ricordato il segretario dei Pensionati, Gianfranco Valenta – alla situazione delle migliaia di pensionati oggi in grave difficoltà, se si considera che – stando alle stime ufficiali – sono poco più di 130mila gli anziani che vivono con 500 euro al mese, vale a dire il 30% dei pensionati Inps.
Di qui, per la Cisl, l’importanza della previdenza complementare , leva indispensabile per “sanare” alcune penalità della neo riforma Fornero, orientata esclusivamente a fare cassa e calata dall’alto senza confronto.
“E’ grave – ha ricordato Pizzolitto – che il governo Monti abbia voluto procedere senza il necessario coinvolgimento delle parti sociali perché sicuramente una serie di errori si sarebbero potuti evitare a partire da quei lavoratori che oggi sono in mobilità, che hanno perso il lavoro e non possono accedere alla pensione”. “Bisogna tener presente – ha aggiunto il segretario – che la pensione pubblica non sarà più in grado di rispondere in maniera adeguata, stante che le aspettative di vita sono e saranno molto più lunghe e che il tasso di sostituzione, causa l’applicazione dei nuovi coefficienti, si attesterà attorno al 50-60% delle ultime retribuzioni”.
Resta, poi, l’urgenza per la Cisl di sensibilizzare soprattutto i giovani rispetto questa nuova opportunità regionale, tenuto conto che attualmente in Friuli Venezia Giulia le adesioni alla pensione integrativa sono ancora troppo poche, 121mila (a fronte di un bacino potenziale di 521mila persone per il nuovo fondo), di cui 44mila a fondi collettivi e 32mila a forme private.

Mariateresa Bazzaro
Ufficio stampa Cisl Fvg