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NAPOLITANO IN FRIULI, GRANDE SEGNALE PER LA MONTAGNA

del segretario generale Cisl AF, Franco Colautti

La visita del Presidente Napolitano in Alto Friuli ed il graditissimo invito che il Comitato di San Floriano ha rivolto alle Organizzazioni sindacali ad essere presenti insieme alla gente della montagna alla Sua visita a Illegio, mi offrono lo spunto per alcune considerazioni.

Innanzitutto l’apprezzamento ed il ringraziamento per il segnale, forte, di attenzione nei confronti delle nostre terre da parte della massima Istituzione dello Stato.
Terre che non vanno lasciate da sole ad affrontare le difficoltà che di giorno in giorno vivono e si accumulano, speriamo non fino a diventare un fardello insostenibile.

La stampa ha riportato oggi la notizia, purtroppo non inaspettata, che la crisi continua a mordere anche in Alto Friuli, colpendo in maniera pesante il settore della metalmeccanica.
Altri settori hanno già pagato: l’edilizia, il commercio, l’occhialeria.

A questo si aggiunge una pericolosa riduzione della rete dei servizi: la ventilata chiusura del Tribunale di Tolmezzo, la razionalizzazione di Poste Italiane, il ridimensionamento del sistema scolastico, per citarne alcuni dei casi più eclatanti.

Preoccupazione desta poi l’annunciata riorganizzazione del sistema sanitario regionale che non vorremmo in nessun modo mettesse in pericolo il necessario legame con il territorio e le comunità locali. La Cisl Alto Friuli, a questo scopo, ha più volte lanciato la sua proposta che prevede, tra l’altro, di: tenere separati i grandi ospedali dagli ospedali di rete; mantenere il legame organizzativo/gestionale tra ospedali di rete e territorio; mantenere la coincidenza tra distretto ed ambito socio – assistenziale e creare delle sub-zone (es. Alto Friuli = Sandanielese – Tarcentino – Carnia – Valcanale/Canal del Ferro) con forte legame tra ospedali di rete e territorio.

Anche il processo di riorganizzazione dei comuni montani segna criticità e perplessità da parte di alcune amministrazioni locali. E’ peraltro indispensabile attuare processi di aggregazione che consentano di fare sistema e realizzare economie di scala, facendo però attenzione a non far perdere identità e rappresentanza alle comunità locali.

A queste criticità però non possiamo non affiancare alcune opportunità: il progetto per il Pramollo; la speranza che Agemont, terminato il sofferto percorso di riorganizzazione, diventi uno degli attori e motori di sviluppo dell’intero territorio; il progetto Susplan della Comunità Montana della Carnia volto a creare uno “statuto” condiviso di saperi e valori del territorio; il progetto di realizzazione di una filiera del legno; l’importante dibattito lanciato dal Vescovo con i Cristiani in Assemblea per il Futuro del Friuli dopo l’esperienza dei Cristiani per la Montagna.

Dal canto suo, la Cisl del Friuli Venezia Giulia, con il coinvolgimento di tutti i Comprensori, ha recentemente prodotto due importanti piattaforme, una sullo sviluppo ed una sulla famiglia, dove particolare attenzione è stata dedicata anche alla questione montagna.

Nell’invito del Comitato apprezziamo quindi il riconoscimento del ruolo fino qui svolto nell’Alto Friuli dalle forze sociali in un momento cosi delicato sia per la montagna che per il Paese tutto e raccogliamo l’invito a fare comunità nella consapevolezza che stare insieme è la strada vincente per invertire il percorso di declino della montagna.

Come Cisl Alto Friuli lanciamo quindi una proposta a tutte le forze sociali, economiche, istituzionali e politiche dell’Alto Friuli di dare vita ad un osservatorio permanente di discussione e coordinamento dove condividere progetti, iniziative e coordinare le azioni dei vari soggetti nell’unico interesse della nostra montagna.