LA CISL DI TRIESTE SULL’AGENZIA REGIONALE DEL LAVORO
Intervento del Segretario Generale Cisl Trieste, Luciano Bordin
Come non condividere l’analisi fatta da Roberto Muradore rispetto allo stato di sofferenza economica della regione soprattutto dal lato del lavoro dipendente. I dati rappresentati dal Segretario Generale della CISL di Udine sono evidenti per la mancanza di lavoro e il preludio, terminati gli ammortizzatori, di un problema occupazione mai visto in questi ultimi anni.
Anche altri dati ci confermano che il primo problema di questa regione come per il paese tutto è come rimettiamo in moto il meccanismo per aumentare i posti di lavoro e non solo le occasioni di lavoro.
Altri dati rafforzano la richiesta di concentrare l’attenzione della politica e delle forze sociali sul lavoro. Per esempio come risulta dalla ricerca effettuata dalle CCIAA del Friuli Venezia Giulia per la 10 giornata dell’economia, il calo del PIL regionale del 1,2 % nel 2012 e l’evidente demografia negativa delle imprese di questa regione in particolare nel primario (- 8,7% in due anni) e nel settore industriale tutto (- 4,7% nell’industri manifatturiera e -1,8% nell’edilizia) e in parte nel commercio e ospitalità (-2,3%).
E’ evidente la necessità di sostenere l’occupazione non solo con gli ammortizzatori, perché quando si arriva alla chiusura delle aziende a poco servono, ma con il governo di politiche di intervento che oltre a potenziare le cosiddette “infrastrutture economiche” , (impianti e reti energeticoambientali, quelle per la telefonia e la telematica, le reti bancarie e dei servizi vari), sicuramente necessarie, sostengano le imprese competitive operanti sul territorio ed in particolare quelle che debbono misurarsi sui mercati internazionali oggi le sole ad avere un trend positivo nel nostro territorio.
E’ proprio in momenti come questi dove l’incertezza è forte e le congiunture sembrano sfuggire al controllo e all’analisi è importante avere strumenti di governo capaci di analisi, soprattutto non di rutin, capaci di creare proposte a breve ma anche a medio e lungo termine e di valutarne l’impatto e i risultati.
Per questo burocratizzare uno strumento quale l’Agenzia regionale del Lavoro significa perdere proprio la capacità di analisi e di proposta che in questi anni ha prodotto risultati, sempre perfettibili, ma importanti.
Non comprendo le analisi, immagino quelle economiche sui costi, fatte dalla giunta per decidere di chiudere una esperienza come questa, ma non vorrei che nella logica del "risparmio" immediato, si creassero costi aggiuntivi di politiche del lavoro inappropriate non valutate nel medio e lungo periodo.
E’ un "vizio" che mi sembra cogliere ormai le scelte di questa Giunta regionale in questo periodo di gravi difficoltà dell’economia e d welfare per i nostri territori.
Il lavoro, la sua quantità e la sua qualità è sicuramente il tema dominante oggi ma lo sarà anche nei prossimi anni.