I SINDACATI, IL COMITATO E’ UNA PASSERELLA
È scontro tra sindacati e Provincia di Udine sul tema lavoro. Cgil, Cisl e Uil mettono in dubbio l’efficacia del Comitato provinciale per l’economia e il lavoro (Cpel), mentre il presidente Pietro Fontanini chiede maggiori mezzi e competenze alla Regione per poter incidere di più. «Siamo delusi dalla Provincia di Udine – afferma Ferdinando Ceschia, segretario provinciale della Uil – perché questo Comitato è diventato una passerella di assessori, ma non c’è assolutamente la capacità di costruire». Una posizione sottoscritta anche dai rappresentanti di Cgil e Cisl, Alessandro Forabosco, Roberto Muradore e Franco Colautti, autori di una lettera aperta indirizzata al presidente della Provincia Fontanini. «Abbiamo riflettuto a lungo sul senso della nostra presenza alla riunione del Comitato – scrivono le sigle sindacali –. Con sobrietà e dopo l’esito incerto delle ultime riunioni, avevamo più volte rimarcato la necessità di ripristinare il senso originale di un organismo alla cui nascita, nel 2005, i nostri sindacati assicurarono forte spinta e convinzione. Riaffermare, attraverso il metodo del confronto e della concertazione, la centralità del Friuli nelle scelte di politica economica – aggiungono – non era per noi solo la premessa, ma anche il fine al quale ricondurre gli sforzi comuni di tutta la preziosa pluralità di soggetti che al Comitato avevano aderito». Sforzi inutili, secondo i sindacati, diventati evidenti dal fallimento del documento “Obiettivo Friuli”, che negli intenti dei suoi promotori avrebbe dovuto essere una sintesi in grado di fornire indirizzi operativi e concreti alla Regione. «Quattro anni di crisi buia e feroce – affermano Cgil, Cisl e Uil – hanno cambiato forse irrimediabilmente il volto della nostra economia locale, infierendo sui segmenti manifatturieri ed aprendo prospettive terribili sul piano sociale. Molti segnali – precisano – ci riferiscono che nel frattempo la Regione sta orientando scelte secondo una successione di priorità che non mette al centro l’economia reale, la necessità di sostenere non con le parole e gli auspici, ma con risorse concrete, il motore autentico del benessere che il Friuli ha costruito negli ultimi 50 anni». Una visione parzialmente condivisa dal presidente Fontanini: «Sono in parte d’accordo con quanto riferito dai sindacati, visto che ho cercato più e più volte, anche dopo sonori silenzi, di ricevere dalla Regione i mezzi necessari per intervenire. Considerato che è in corso una delle più forti crisi economiche degli ultimi decenni – conclude – è verosimile che per il Friuli andava fatto di più». L’assessore regionale al Lavoro Angela Brandi, però, difende l’operato della giunta Tondo: «La Regione ha fatto la sua parte ma gli spiragli verso una risoluzione della congiuntura negativa palesatisi all’inizio dello scorso anno, sono poi stati smentiti dai fatti. La Regione ha pertanto mantenuto alti i livelli di guardia e di intervento».