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MEDIO FRIULI, IL TERRITORIO RIPARTE DA SE STESSO

Una forte spinta riformistica dal basso, ovvero dal territorio per ripensare e ridisegnare il territorio stesso, fatto di lavoro e comunità. L’idea è stata al centro della tavola rotonda promossa stamani a Villa Manin dalla Cisl dell’Udinese e Bassa friulana, assieme alla categoria dei pensionati, e focalizzata sull’esperienza del Medio Friuli.
E’ il territorio che ruota attorno a Codroipo il cuore della riflessione del Sindacato – aperta dalla segretaria regionale, Iris Morassi -, ma anche l’occasione per lanciare una proposta concreta: capitalizzare l’esperienza delle Aster, facendo del Medio Friuli un’area di livello regionale, partendo dall’aggregazione intercomunale vera, attraverso non solo un Piano di fattibilità capace di individuare azioni per lo sviluppo delle risorse locali, delle imprese e del lavoro per i giovani, ma anche con la collaborazione di tutti i soggetti della comunità.
Del resto – malgrado le forme associative realizzate siano ad oggi 43 (di cui 37 associazioni intercomunali, 5 unioni e 1 fusione) questa appare la strada che raccoglie anche il consenso degli stessi amministratori locali, come confermerebbe l’indagine condotta, per conto della Cisl, dall’economista Fulvio Mattioni. In una scala da uno a dieci, infatti, i sindaci intervistati stimano necessario (8.3) l’associazionismo tra Comuni (le imprese, lo per il 5.9 e ancora meno per la popolazione) ed estremamente importante (8.2) l’esperienza dell’Ater sotto il profilo identitario e sociale, meno sotto quello amministrativo (6.8).
Se l’aggregazione/associazionismo, dunque, si profila una strada possibile per aumentare il benessere del territorio (oggi al 78,7% e fortemente disomogeneo tra i Comuni appartenenti all’area di riferimento) altri elementi vanno aggiunti alla ricetta della Cisl, a partire dalla solidarietà intergenerazionale, la sobrietà degli stili di vita, la collaborazione tra le varie identità, richiamati anche dal parroco di Codroipo, Ivan Bettuzzi.
Tuttavia, anche di fronte questa prospettiva, i problemi sul tavolo sono molteplici e complessi, come ha evidenziato anche il sindaco di Codroipo, Fabio Marchetti: così il depauperamento delle risorse che detta le scelte sulla base della convenienza economica, gli attuali provvedimenti del governo Monti con diverse leggi che impongono bruschi cambiamenti di rotta alle amministrazioni locali, la spending review con il prossimo taglio delle Province.
Via libera alla dimensione intercomunale dal sindaco di Talmassons, Piero Mauro Zanini, (“con i confini non si risolvono i problemi”), che però ammonisce sul concetto di sviluppo: il benessere non si misura solo con il Pil, ma occorre sdoganare indicatori diversi e non necessariamente legati a criteri economici; e poi, la difesa del territorio deve passare attraverso modelli di sviluppo coerenti con l’identità del territorio stesso.
L’importante è che tutti i temi sul tappeto – chiarisce l’assessore regionale Riccardo Riccardi – vengano considerati all’interno di un più ampio contesto di sistema. Perché, se è ancora attuale parlare di pezzi di territorio, non si può non considerare le dimensioni ridotte della regione, il particolare rapporto esistente con lo Stato, la questione della specialità. Come a dire che la “battaglia territoriale” va inquadrata in una visione più complessiva e di una realtà in divenire.
Specialità ed autonomia, anche nelle parole del senatore Flavio Pertoldi, che punta il dito contro alcune debolezze del territorio – lavoro, in primis – e chiede un maggiore coinvolgimento di imprese e popolazione nella vita “amministrativa” dei Comuni.
A fare sintesi è stato il segretario della Cisl dell’Udinese e Bassa friulana, Roberto Muradore. “Di fronte allo spaesamento della globalizzazione, occorre tornare – per il sindacalista – al luogo come insieme di affetti, relazioni, paesaggi. Dobbiamo avere la capacità di riportare sul territorio (anche attraverso le infrastrutture) l’economia, che comunque resterà globale”. Territorio inteso anche come responsabilità – per Muradore – ovvero come spazio dove compiere scelte che sarebbe più semplice delegare ad altri. “Non aspettiamoci che siano altri a risolverci i problemi: è il territorio che deve fare qualcosa per se stesso, continuando a svolgere le sue funzioni (come i servizi), ma anche trovando soluzioni inedite alle nuove sfide”.

Mariateresa Bazzaro
Ufficio stampa Cisl Fvg