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POSTE ITALIANE TORNI A RADICARSI SUL TERRITORIO

Scelte non condivisibili del management stanno progressivamente allontanando Poste Italiane dal territorio: la denuncia secca arriva dalla Slp Cisl Friuli Venezia Giuia, che oggi, alla presenza del nazionale Mario Petitto e del segretario generale Cisl Fvg, Giovanni Fania, ha riunito i suoi delegati a Monfalcone per celebrare il congresso quadriennale della categoria ed eleggere il nuovo segretario.
Sul tavolo lo stato di salute dell’azienda, ma anche le prospettive per il territorio dopo l’ultimo colpo inferto dalle razionalizzazioni. Temi che in Friuli Venezia Giulia interessano 3mila 150 lavoratori, di cui mille 450 dedicati al servizio postale (corrispondenza) e mille 730 ai servizi di mercati privati, vale a dire sportelleria ed area commerciale. "Viviamo una stagione di grandi criticità – commenta il neo eletto Domenico La Rocca – basti pensare a quello che sta succedendo anche da noi nelle aree più marginali, come la montagna friulana, dove negli ultimi due anni abbiamo assistito alla chiusura di diversi presidi: da 77 oggi ne restano aperti 68, di cui 19 già razionalizzati". Una situazione aggravata anche dalle recenti scelte dell’azienda di apportare nuovi tagli, che solo grazie all’accordo siglato con Slc Cgil, Slp Cisl, Failp Cisal, Ugl Com e Confsal Com sono stati abbattuti del 30% su quelli inizialmente previsti dall’azienda e che , dunque, si concretizzano in 78 unità in meno nel settore recapito e 31 nel CPO di Udine. "Contro la politica dei tagli – spiega ancora La Rocca – chiediamo più attenzione ai territori, un incremento sostanziale del servizio e del personale addetto alla sportelleria, oggi estremamente penalizzato e stressato dall’obiettivo del contenimento della spesa, ma anche di presidiare meglio il mercato nei suoi singoli segmenti (ad esempio il ramo dei pacchi) e nel suo complesso". Insomma – per la Slp Cisl – basta a scelte miopi che sacrificano la qualità di un servizio, sottovalutando nella sua fortissima funzione sociale. Mai come ora – rileva la ex reggente della categoria, Brigida Angeloni – serve capacità di direzione, se si considerano anche gli effetti della crisi e delle liberalizzazioni sull’attività di Poste Italiane. Non solo infatti, negli ultimi cinque anni Poste italiane si è trovata di fronte ad un calo consistente della corrispondenza tradizionale (-26% totale con PI che detiene il 92% di questo mercato), ma ha dovuto e deve fare i conti anche con una rafforzata concorrenza, in particolare TNT, legittimata dalle liberalizzazioni che hanno messo in campo oltre 200 aziende autorizzate.

Ufdficio stampa Cisl Fvg