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FISTEL CISL FVG, TEATRI E GIORNALI PAGANO ALTO IL CONTO DELLA CRISI

Giornali, teatro, cinema: beni non di prima necessità e quindi "sacrificabili" per le famiglie che non arrivano a fine mese. Eppure dietro a questi "settori" si muove tutto un mondo fatto di professionalità, maestranze, lavoro, passione. Un mondo spesso celato, ma che costituisce una risorsa preziosissima per l’economia del Friuli Venezia Giulia. "I comparti che rappresentiamo – commenta Tiziana Cozzi, eletta segreteria generale della Fistel Cisl regionale, riunita in congresso a Monfalcone, alla presenza del nazionale Vito Vitale e dei segretari Cisl Fvg, Fania, Morassi e Pizzolitto – stanno pagando a caro prezzo la crisi in atto, e su tutti i lavoratori dello spettacolo.
Teatri Così le maestraze del Teatro Verdi, eccellenza italiana, e che oggi sono fortemente a rischio. Parliamo di musicisti, coristi, ballerini, ma anche di chi lavora dietro le quinte nelle sartorie, nel trucco e nelle acconciature. I tagli indiscriminati soprattutto al comparto operistico, unitamente agli incentivi fiscali al palo per gli investimenti privati e alla poca trasparenza nell’uso dei fondi pubblici, hanno raggiunto anche Trieste, andando ad incidere pesantemente sui lavoratori e sulle produzioni. "Basti pensare – chiarisce il segretario uscente Flavio D’Ambrosi – che per far fronte alla disposizione governativa che obbliga al pareggio di bilancio le Fondazioni, le retribuzioni sono state decurtate del 5% e anche le attività hanno subito una netta riduzione, andando così a contenere i costi, ma anche le entrate". Eppure il Friuli Venezia Giulia è al quarto posto, tra le regioni italiane, per affluenza ai teatri (al 12° per i cinema e al 4° per le visite di siti culturali e musei). Per far fronte, dunque, alle criticità strutturali del Verdi – che tra l’altro oggi vede soppresso il "ramo" balletto e pesanti sotto organici soprattutto nel coro e nel settore tecnico per la mancanza di risorse ed il blocco del turn over – "servono non solo un adeguamento dei trasferimenti dei soggetti pubblici, ma anche una pronta riqualificazione delle strutture dirigenti, accanto ad una nuova e più incisiva capacità promozionale.

Settore carta Situazione pesantissima anche per il settore carta, che subisce la crisi dei giornali, ma paga anche l’asfissia del mercato. In regione, infatti, solo il gruppo internazionale Sofidel, con sede a Monfalcone, registra un trend positivo, mentre le altre aziende hanno già optato per gli ammortizzatori sociali, se non per la chiusura, come accaduto per la Rotocart, che ha lasciato a casa 40 lavoratori. Cassa integrazione ordinaria e solidarietà, invece, per la Burgo, con la spada di Damocle di 60 esuberi sullo stabilimento di Duino.

Settore giornalistico la crisi della filiera della carta affonda, dunque, anche nella contrazione legata al mercato dell’editoria e al pesante calo delle vendite dei quotidiani. "Rispetto al settore – commenta Cozzi – dopo l’accorpamento in un unico centro stampa dei poligrafci di Piccolo e Messaggero Veneto, necessario per salvare i posti di lavoro, sono diversi i nostri motivi di preoccupazione: i stringenti piani di ristrutturazione previsti da molte testate, il taglio netto dei contributi destinati all’editoria, accanto alla situazione in cui versano i collaboratori ed i freelance, soprattutto dal punto di vista dei corrispettivi".
Rai Politiche sistematiche di disinvestimento e esternalizzazione delle produzione sono, invece, i motivi di allarme della Fistel Cisl per quanto riguarda la Rai. "Purtroppo – spiega Cozzi – da molto tempo i centri di produzione e le sedi regionali sono attraversati da un’azione sistemica di disgregazione e dapauperamento del servizio pubblico, con il rischio che un patrimonio ricchissimo ed un punto di riferimento prezioso vadono dispersi".

Telecomunicazioni Anche il comparto delle telecomunicazioni continua a risentire della congiuntura economica in atto, con Telecom che ha di recente dichiarato, a livello nazionale, altri 5mila 500 esuberi per il 2013/2014, andando così ad incidere anche sulle ditte in appalto come, ad esempio, la friulana Sirti. Stessa situazione di eccedenza anche per le altre compagnie telefoniche, con Wind che alla fine dello scorso anno ha aperto una procedura di scorporo di 1.600 tecnici esterni con la prosepttiva di una eventuale cessione di ramo d’azienda e con Vodafone che ha dichiarato 700 esuberi.

Ufficio stampa Cisl Fvg