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ITALSVENSKA, POSTI A RISCHIO PER 60

Da Il Messaggero Veneto Sono giorni di attesa e di incertezza per la sessantina di dipendenti dell’Italsvenska, azienda del legno con sedi a Mariano e Manzano. L’impresa è ormai in liquidazione e il 31 luglio per questi lavoratori si conclude la cassa integrazione straordinaria iniziata il 1° agosto di un anno fa. A due settimane dalla scadenza dei termini tutti i dipendenti chiedono a gran voce una maggiore attenzione sulla loro precarietà e precise garanzie sul proprio futuro: lo hanno fatto durante l’incontro che si è tenuto l’altra sera a Mariano, nell’aula magna della scuola media, assieme a Sergio Andrian, sindacalista della Filca Cisl di Gorizia che segue le vicissitudine dell’azienda. Durante l’incontro è stato fatto il punto sulla situazione. A fine luglio finisce, infatti, l’ anno di cassa integrazione ma i lavoratori nell’ultimo quinquennio hanno accumulato in totale 2 anni di cassa integrazione straordinaria, un anno di cassa integrazione ordinaria e 4 mesi di cassa integrazione in deroga. A partire dal 1° agosto, se nei loro confronti non si aprirà la procedura di licenziamento, sarebbero di nuovo a disposizione dell’azienda. La fabbrica però, come è noto, è in liquidazione per cessazione di attività. I dipendenti sono in attesa della mobilità e della sentenza del Tribunale di Gorizia riguardo alla domanda di Concordato preventivo in bianco presentata in aprile dall’Italsvenska. I primi 60 giorni che ha concesso il Tribunale di Gorizia sono scaduti in giugno. L’azienda ha ottenuto un’ulteriore proroga di 75 giorni che scadrà il prossimo 15 settembre, giorno in cui è attesa la sentenza e si saprà se verrà accettato il Concordato proposto dall’azienda. L’impresa dovrà dimostrare che la sua consistenza patrimoniale è in grado di soddisfare al 100% i creditori privilegiati e in misura diversa , che sarà stabilita dal Concordato , i creditori non privilegiati. Attualmente sono una sessantina i dipendenti dell’Italsvenska interessati alla mobilità e che sono creditori assieme ad altre 20 persone già licenziate, ma che avanzano ancora crediti con l’azienda. I dipendenti assieme ai sindacati durante l’incontro hanno lamentato i ritardi del Tribunale e i rinvii per la soluzione della questione. Dal giorno della cessazione dell’attività della fabbrica, avvenuta all’inizio del 2012, i lavoratori usufruiscono solo degli ammortizzatori sociali e sono costretti ad arrabattarsi con lavori socialmente utili, vista la situazione di lavoro in circolazione oggi. Quello che chiedono è che siano garantiti anche in futuro gli ammortizzatori sociali, sia loro riconosciuta l’Aspi (indennità che spetta ai lavoratori dipendenti che abbiano perso involontariamente l’occupazione) e che il 15 settembre il Tribunale arrivi finalmente ad una sentenza definitiva accettando il Concordato dell’azienda o dichiarando il fallimento.