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IDEAL STANDARD, GIU’ LE MANI DA ORCENICO

Giù le mani da Orcenico, il sito pordenonese dell’Ideal Standard non si tocca: è il messaggio lanciato ieri mattina a voce unanime nel corso dell’affollata assemblea pubblica organizzata contro la chiusura dello stabilimento. Un’ipotesi scellerata di fronte alla quale fanno muro compatto sindacati e istituzioni che, assieme ai lavoratori, promettono di non arrendersi. E’ il territorio che fa quadrato attorno al "suo" stabilimento e alla sue professionalità, con oltre cinquanta sindaci con fascia tricolore schierati in prima fila all’assemblea, accanto al presidente della Regione Friuli Venezia Giulia, Debora Serracchiani, agli assessori locali, al vicario del vescovo e a tutto il Sindacato. Una mobilitazione che coinvolge tutti, come pochi giorni fa ha spiegato il segretario generale della Cisl Fvg, Giovanni Fania, invitando l’intero Esecutivo a prendere parte all’assemblea: la crisi dell’Ideal Standard non riguarda solo alcuni, ma il mondo del lavoro nel suo complesso; non un territorio, ma tutta la regione che rischia di perdere un pezzo importante della sua economia e della sua storia. "Il nostro stabilimento – rilancia il segretario della Femca, Franco Rizzo, di fronte ai 500 lavoratori e alle loro famiglie – è un immenso contenitore di cultura e storia industriale, una immensa fucina di professionalità e competenze: sono i nostri lavoratori che hanno insegnato a produrre ceramica in tutto il mondo". "La nostra battaglia – esorta – deve diventare la battaglia convinta di un intero territorio, umiliato e sbeffeggiato da una inaudita e ingiustificata violenza aziendale". Una "violenza" quella espressa al tavolo delle trattative su cui neppure la presidente Serracchiani passa sopra. "Il Governo italiano – incalza la governatrice – deve rialzare la testa: siamo un Paese attrattivo, ma non intendiamo farci prendere in giro dalle multinazionali. Qualcuno pensa ad un nuovo colonialismo, ma si sono sbagliati, perchè questa non è quella terra e questa non è quella gente". Sì, dunque, all’appello dei sindacati, affinchè il governo pretenda un piano industriale serio e credibile di rilancio. "Non – tuona Rizzo – come quello presentato al MiSe, lacunoso e, cosa ancor più grave, non rispecchiante le effettive performance dello stabilimento di Orcenico". Perchè – viene ricordato dal palco – nel nostro sito sono state volutamente create condizioni per giustificare la chiusura: dimezzamento degli investimenti, violazione degli accordi ministeriali sull’utilizzo degli esuberi, inspiegabile inattuazione di un protocollo d’intesa, rispetto al quale i lavoratori si sono sempre impegnati. "In tutto questo – rincara Rizzo – i contratti di solidarietà sommati ai soldi pubblici incassati dalla Ideal Standard, che oggi spudoratamente nega, hanno contribuito a sanare il bilancio dell’industria, generando utili pari 4.2 mln del 2011 e 781mila del 2012, rispetto alle perdite 5.5 del 2009". I lavoratori – assicurano i sindacati – continueranno a produrre con diligenza e responsabilità, ma dalla fabbrica – avvisano – non uscirà la tecnologia: "presidiereremo il nostro stabilimento e siamo disposti ad occuparlo a tempo indeterminato se ci saranno tentativi di spostare gli impianti in altri siti produttivi". A Orcenico una cosa è chiara a tutti: se oggi chiude Ideal Standard domani toccherà ai colossi dell’elettrodomestico in un percorso gravissimo di spoliazione del territorio. Contro questa prospettiva è la stessa Serracchiani che chiarisce: "Questo stabilimento serve al Friuli Venezia Giulia, al NordEst e all’intero Paese se si vuole continuare a fare manifattura in Italia". Ma occorre – sintetizza Rizzo – rilanciare il protocollo d’intesa, rimasto sulla carta per precise responsabilità del management aziendale. Se la strada è quella della riduzione dei costi, lavoratori e sindacato sono pronti a fare responsabilmente la propria parte, ma tutti devono impegnarsi. Un input fatto proprio dalla governatrice del Friuli Venezia Giulia che se da un lato anticipa l’avvio di una nuova stagione di politiche industriali, fatta di investimenti, sostegno alle aziende e non solo ammortizzatori sociali, dall’altro promette azioni di sistema per trattenere Ideal Standard sul territorio: "con il ministro Zanonato siamo in costante contatto. Parallelamente alla riapertura del tavolo nazionale, anche la Regione aprirà un tavolo locale per convocare l’azienda".

Ufficio stampa Cisl Fvg