CISL FVG, CONFERMATE LE PREOCCUPAZIONI SULLA SANITA’
La Cisl del Friuli Venezia Giulia conferma le sue preoccupazioni sul sistema socio-sanitario regionale e rilancia l’urgenza di intervenire sui diversi nodi critici esistenti – già evidenziati dalla ricerca curata da Tolomeo – attraverso una riforma che non può più essere procrastinata. Il monito arriva dal dipartimento cislino delle politiche sanitarie, welfare e famiglia, riunito proprio per approfondire i risultati della ricerca e sollecitare la Giunta nel senso di un’azione decisa di riorganizzazione.“Il sistema così come impostato – ribadisce la Cisl regionale in una nota – non può più essere mantenuto e va rivisto alla luce del contenimento della spesa, ma anche dei nuovi bisogni di salute della popolazione”. Tenuto conto che proprio il Friuli Venezia Giulia ha registrato in questi anni il maggior aumento di spesa sanitaria pubblica e che gli stessi costi, in rapporto ad altre regioni virtuose, risultano superiori, addirittura del 4,5% (tra il 2006 e il 2010), preoccupano le stime che indicano come il differenziale tra la spesa attesa dalle regioni rispetto le risorse messe a disposizione si vada sempre più ampliando pur in presenza del blocco dei contratti dei dipendenti pubblici e al blocco del turnover. Come Cisl – prosegue la nota – abbiamo a cuore il futuro della sanità pubblica e dell’universalità dei servizi: per questo chiediamo alla Giunta una riforma sanitaria attenta ai bisogni dei cittadini (non delle professioni sanitarie) e a valorizzare, nella continuità di cura, il territorio. Una riforma che guardi non solo a creare condizioni di salute, ma di benessere generale, anche attraverso la valorizzazione della sussidiarietà delle azioni sociali e delle strutture associative. Di qui la richiesta di condividere il prima possibile un disegno preciso, da affiancare alla riforma, altrettanto necessaria, delle autonomie locali. “Riteniamo – prosegue la nota – di dover intervenire da subito sui nodi critici del sistema, vale a dire l’eccessiva pluralità di attori istituzionali, le ridotte dimensioni aziendali, la disomogeneità, a livello regionale, dei servizi di assistenza, la ridondanza dell’offerta ospedaliera rispetto al territorio, la scarsa integrazione verticale tra i livelli assistenziali e tra settore sanitario e sociale. “E’ agendo su questi punti – aggiunge la Cisl – che si possono trovare le risorse necessarie al sostentamento del sistema e a continuare a garantire performance di qualità: altrimenti il rischio è che si debbano drenare sempre più risorse dal bilancio regionale, sottraendole allo sviluppo economico del territorio e questo sarebbe inaccettabile”. “Dobbiamo, ad esempio, tagliare i doppioni delle attuali strutture organizzative, accentrare in un’unica struttura l’acquisto di beni e servizi tenendo sotto controllo e riqualificando la spesa e le esternalizzazioni, creare le condizioni per una maggiore partecipazione dei medici di base alla gestione territoriale della medicina di base”. Come sempre – chiude la nota – siamo disponibili ad un confronto franco che riconosca alle Organizzazioni Confederali un peso specifico importante nella rappresentanza di interessi: vogliamo un metodo codificato di confronto che non ripeta le modalità e le sedi di raccolta dei desiderata dei più disparati soggetti mettendoli tutti sullo stesso piano e il cui unico risultato è di fatto il mancato confronto.
Ufficio stampa Cisl Fvg