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SINDACATI, LAVORO E WELFARE NON SI TOCCANO

Da Il Piccolo Lavoro e sociale non si toccano. Ma questa ennesima mazzata sia l’occasione per avviare una coraggiosa riforma sanitaria. Cgil, Cisl e Uil prendono atto dell’ultima puntata dell’operazione tagli imposta dal centro alla periferia e avvertono la giunta regionale: vista la situazione, sarebbe sbagliato posticipare la razionalizzazione della sanità Fvg. Il ddl della legge di Stabilità contiene brutte sorprese per la Regione. La stesura approvata dal Cdm prevede ulteriori riduzioni sia alle entrate (220 milioni di euro) che alla disponibilità di spesa (altri 220 milioni) nell’ambito del patto di stabilità. Uno scenario da incubo cui la giunta ritiene di potere in qualche modo rimediare. Ma, inevitabilmente, andranno fatte scelte, fissate priorità, stabilite graduatorie. «Argomento dei prossimi giorni», anticipa l’assessore al Bilancio Peroni. Cgil, Cisl e Uil, nell’attesa, provano a dare qualche «suggerimento». Franco Belci propone anzi il sindacato come interlocutore principale della stesura della Finanziaria di fine anno. «Le parti sociali – afferma il segretario generale della Cgil Fvg – devono dare un contributo alla costruzione della manovra, il confronto rituale non servirebbe a nulla». Ci fosse questo riconoscimento, «sapremo assumerci le nostre responsabilità», dice ancora Belci piazzando in ogni caso sin d’ora l’altolà sui tagli al socio-sanitario: «I risparmi possono arrivare attraverso la riorganizzazione, ma sarebbe sbagliato farli a priori». Giovanni Fania preferisce concentrarsi invece sul lavoro: «La vicenda della Electrolux è emblematica». Per il segretario regionale della Cisl, si dovrà «finanziare gli ammortizzatori sociali e supportare le attività produttive, che certamente si aspettavano di più dal governo sul cuneo fiscale». E ancora «sostegno alle famiglie e alla casa». La sanità? «Si sarebbe dovuto già fare uno sforzo in direzione riforma, le risorse possono arrivare solo da lì. L’importante, in questa fase, è che non vengano applicati tagli lineari». Non manca una proposta impopolare: «Viste le difficoltà, il contributo per la benzina regionale deve essere rivisto. La gente va comunque in Slovenia, e non solo per fare il pieno. Meglio dirottare quei fondi più in generale alle imprese del settore». Anche Giacinto Menis si aspetta in Finanziaria la tutela del lavoro, «con un reddito di reinserimento che va pensato per il ritorno a un’occupazione per chi, giovani e over 50, fatica realmente a trovarne una». Quanto alla sanità, pure il segretario della Uil Fvg incalza sulla riforma: «Si deve operare in termini di efficientamento della macchina pubblica, superando, in primis nel settore socio-sanitario, sprechi e doppioni». Menis lancia un avviso anche sulle finanziarie regionali: «Vanno razionalizzate e mirate non al recupero di situazione compromesse ma a favore delle imprese che internazionalizzano e fanno ricerca e innovazione».