LA FIM CISL DELL’ALTO FRIULI: DIFENDERE OCCUPAZIONE E PROFESSIONALITA’
Al Green Hotel di Magnano in Riviera, il congresso dei metalmeccanici
Il segretario uscente Ivano Monguzzi: “Intervento delle istituzioni sul caso Pittini”
Il congresso della Fim Cisl dell’Alto Friuli – celebrato al Green Hotel di Magnano in Riviera e che ha eletto il consiglio generale della categoria (i prossimi giorni, la nomina della segreteria) – va subito dritto al punto: “Di fronte alla crisi che ha colpito anche il nostro territorio, bisogna difendere l’occupazione e le professionalità acquisite negli anni”.
Un appello chiaro, quello del segretario uscente Ivano Monguzzi con destinatari precisi: le istituzioni – Regione e Provincia che sembrano navigare a vista sulle reali esigenze delle imprese e del territorio -, ma anche Confindustria. Il “primo vero banco di prova sul quale misurare la volontà di collaborazione e concertazione tra le parti” – per la Fim, che in Alto Friuli è il primo sindacato – riguarda la vicenda delle Ferriere Nord. Spiega Monguzzi: “Chiediamo agli Industriali di Udine, firmatari dell’accordo sui comportamenti e regole da tenere per fronteggiare la crisi, di intervenire attraverso il Presidente Luci per chiudere la vertenza con il gruppo Pittini”, azienda – a detta della categoria cislina – solida e senza anni di difficoltà alle spalle.
Diverso, invece, il quadro dipinto per altre realtà della montagna, con più di 2.500 lavoratori interessati dagli ammortizzatori sociali, oltre a quelli che stanno usufruendo delle ferie residue. “Siamo solo all’inizio – commenta Monguzzi – oggi pagano soprattutto i contratti a termine, ma a fine anno questi concluderanno il periodo di disoccupazione e i contratti a tempo indeterminato la cassa integrazione”.
Occorre, dunque, attrezzarsi per tempo per evitare di espellere i lavoratori in modo definitivo e salvaguardare le professionalità. Quanto alla ripresa che sicuramente arriverà, la ricetta della Fim continua a scommettere sul manifatturiero snello e qualificato, ma anche su una condizione vitale: “superare il limite troppo presente sul nostro territorio della fabbrica-famiglia, dove le generazioni più giovani non hanno stimoli, motivazioni e la capacità di traghettare nel futuro l’azienda di famiglia”.
Tuttavia gli assits della ripresa non potranno prescindere anche dalla ridistribuzione dei profitti aziendali ai lavoratori, indispensabile per una loro maggiore fidelizzazione, da una pianificazione della formazione professionale tarata sulle reali esigenze dell’impresa, ed, infine, da un abbattimento della precarietà del lavoro, a vantaggio di una flessibilità governata. Tuttavia, la ricetta della Fim guarda anche alla montagna nel suo complesso. “Occorre – spiega Monguzzi – pianificare di più per dare certezze alle persone, bisogna avere più coraggio e determinazione nel rafforzare ciò che può attrarre sul nostro territorio un’impresa ed in questo senso Agemont e il distretto dell’informatica possono essere un volano interessante”.
Infine, la questione contrattuale, con il sostegno della Fim alla sigla dell’accordo sulla riforma del modello contrattuale che va a rafforzare il II livello e la partita degli ammortizzatori sociali, la cui normativa va senz’altro aggiornata ed estesa a tutte le categorie di lavoratori.
Mariateresa Bazzaro
Ufficio stampa Cisl Fvg