Top
 

Comunicati

Cisl FVG > Archivio informativo  > Comunicati  > LA CISL: OLTRE MILLE EURO PERSI IN 5 ANNI

LA CISL: OLTRE MILLE EURO PERSI IN 5 ANNI

Persi oltre mille euro in cinque anni: la Cisl fa i conti nelle buste paga dei lavoratori e denuncia che dal 2007 al 2012 per il cosiddetto “fiscal drag” il reddito disponibile degli italiani è diminuito di circa il 6%. I salari nonostante la crisi sono lievemente aumentati ma il combinato degli aumenti fiscali e soprattutto l’esplosione delle addizionali hanno di fatto tagliato le disponibilità delle famiglie. E allora il segretario generale, Raffaele Bonanni, sottolinea che il sistema fiscale «è irresponsabile, sta impoverendo fortemente le persone e sta depauperando la fiducia nei confronti delle istituzioni». Per il sindacato di via Po «bisogna agire fortemente sull’Irpef» trovando le risorse dalla spending review, dall’aumento della tassazione sul gioco d’azzardo e di quella sulle rendite finanziarie (che secondo la Cisl può arrivare al 22%). Bonanni, senza mezzi termini, avverte: «È una situazione pericolosa: nella storia tutti i regimi – ricorda – sono caduti a causa di tasse ingiuste e insopportabili». E in Italia, come dice il sindacalista, «la situazione e fuori controllo perché chiunque si alza la mattina può mettere una tassa nuova». La Cisl ha condotto un’indagine, in collaborazione con l’Università di Firenze, sulle dichiarazioni dei redditi elaborate dal proprio Caf. Emerge innanzitutto che negli ultimi anni l’aumento delle tasse (+5% tra 2010-12) ha quasi vanificato l’incremento dei redditi: «Molto forte è l’incremento delle addizionali comunali e regionali. Il loro ammontare complessivo nel 2012 è in media di 408 euro: in crescita del 6% rispetto al 2011 e di oltre il 31% sul 2010». Sul fronte del “fiscal drag”, la Cisl invece evidenzia come il mancato adeguamento dell’imposta all’inflazione durante il periodo 2007-2012 abbia determinato un minor reddito disponibile (-5,83%, circa 1.040 euro in meno). La perdita di reddito dovuta a questo fenomeno, per il quale l’aumento dell’inflazione porta a un aumento dei redditi che però vengono tassati di più e dunque nei fatti vengono vanificati gli stessi aumenti, è soprattutto a carico delle classi centrali (tra 10 e 55 mila euro di reddito complessivo 2012). Infine il nodo incapienti, quelli che guadagnano talmente poco da non poter fruire delle detrazioni fiscali. Per la Cisl occorre pensare per i lavoratori dipendenti e pensionati sotto i 15.000 euro ad «un’imposta negativa di ammontare pari alle detrazioni non godute».