CCNL METALMECCANICI, PIATTAFORMA AMBIZIOSA MA NEGOZIATO IN SALITA
A Udine, il vertice dei metalmeccanici della Cisl per discutere del rinnovo contrattuale che parte in salita causa il difficile contesto economico del Paese.
Una piattaforma “ambiziosa” per una trattativa che si preannuncia tutta in salita a causa della difficilissima situazione economica in cui versa il Paese: il nazionale della Fim Cisl, Ferdinando Uliano, va dritto al punto, illustrando, oggi a Udine, ai metalmeccanici del Friuli Venezia Giulia l’ipotesi di rinnovo contrattuale il cui negoziato dovrebbe partire a giorni. Sul tavolo c’è una piattaforma che interessa, a livello nazionale, 1milione 400mila tute blu, circa 30mila nella nostra regione. “Siamo di fronte – spiega Uliano – ad un rinnovo tutt’altro che semplice, che si pone dentro un contesto economico critico, basti pensare che la crescita del Pil italiano si aggira intorno allo zero e la cassa integrazione nel settore metalmeccanico è cresciuta del 42% rispetto allo scorso anno, elementi, questi, che non faciliteranno il negoziato”. Tanto più se si considerano i punti qualificanti di una piattaforma che punta in alto, con richieste importanti non soltanto di natura economica, ma anche in termini di relazioni industriali. “Parliamo, ad esempio, di un incremento dell’8% sui minimi salariali, pari cioè a 154 euro; delle risposte economiche avanzate per i lavoratori senza contrattazione aziendale, quantificabili in 700 euro annui, oltre al bilancio delle competenze professionali e alla rilettura, nel settore industriale della metalmeccanica, delle relazione sindacali improntate ad una forte partecipazione sindacale, intesa come coinvolgimento anche sui temi dell’innovazione, dell’organizzazione del lavoro, dell’ambiente e sicurezza e, nelle aziende più grandi, sulle strategie ed investimenti.
Attenzione puntata sul rinnovo anche in Friuli Venezia Giulia, con la Fim Cisl impegnata in queste ultime settimane nelle assemblee con i lavoratori del comparto. “Naturalmente – commenta il segretario regionale, Gianpiero Turus – siamo in forte attesa, posto che il contratto attuale è in scadenza al 31 dicembre di quest’anno e, dunque, siamo ormai agli sgoccioli. Certo che il quadro economico complessivo non può che preoccuparci anche in relazione all’andamento della trattativa”. Anche in regione, infatti, i segnali di difficoltà sono chiari. A luglio scorso, in base ad un monitoraggio effettuato dalla Cisl Fvg all’interno delle aziende in cui la Fim è presente, risultavano quasi 2mila lavoratori coinvolti da percorsi di crisi e 17 aziende alle prese con l’attivazione di strumenti come la cassa integrazione o i licenziamenti, oppure che stanno facendo ricorso alle ferie forzate e alla solidarietà. Un quadro tutt’altro che confortante, imputabile soprattutto alle condizioni del mercato e da una mancanza di ordinativi così forte da rallentare drasticamente la produzione. Situazioni a cui, soltanto nelle ultime settimane, se ne sono aggiunte altre, come, ad esempio, la Ferriera di Servola (con il tavolo aperto i giorni scorsi al Mise) o gli esuberi in Electrolux Professional. “Il problema – incalza Turus – è l’incapacità, anche a livello regionale, di anticipare le situazioni di difficoltà e prevenirle: questo, accanto alla mancanza di politiche industriali e di sviluppo, sta creando nel nostro territorio un mix ad alta tensione”.