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SACCA DEI MORERI, COSA SI ASPETTA ANCORA?

Uno stop incomprensibile e che da troppo tempo sta paralizzando un progetto pronto a partire, già finanziato da privati, con ricadute economiche ed occupazionali importanti per tutto il territorio e l’intero Friuli Venezia Giulia.
Cgil, Cisl e Uil della provincia di Gorizia scendono di nuovo in campo per rilanciare il piano immobiliare turistico – a firma del Gruppo Bernardis di Grado – battezzato Sacca dei Moreri, al palo per un’autorizzazione paesaggistica, ancora al vaglio della Sovrintendenza di Trieste, malgrado progettisti di fama mondiale abbiano per ben tre volte soddisfatto alle modifiche richieste. L’auspicio è, dunque, che allo stato delle cose si arrivi a una positiva autorizzazione per avviare i lavori.
Con la crisi che tira – spiegano per i Sindacati, Paolo Liva, Umberto Brusciano e Giacinto Menis – lasciarsi sfuggire un’occasione del genere sarebbe folle. Oggi dobbiamo guardare a tutte le opportunità che si affacciano, scongiurando i "comitati del no a priori" e la burocrazia che rischia di disincentivare ogni forma di investimento.
La provincia, infatti, paga una crisi pesantissima con oltre 7mila disoccupati "ufficiali" (e, almeno altrattanti non registrati alle liste del collocamento): in una situazione del genere con le aziende che chiudono o se ne vanno, bloccare un progetto da oltre 320 milioni di euro (tutti estero-privati) significa ipotecare il futuro di un territorio già in profonda sofferenza. Certo, il progetto da solo, non rilancerà l’economia locale, ma rappresenta un tassello importante. Secondo le proiezioni, affidate ad uno studio di consulenza milanese, si parla di 720 nuovi occupati, specialmente donne (con punte di 1.100 nell’alta stagione) tra ristorazione, servizi, addetti spiaggia, manutenzioni e reparti vendita, e di un notevole ritorno economico per la regione in termini, ad esempio, di Iva (5milioni), Imu (926mila euro), Irap (1,9 milioni) e Tarsu (624mila euro). Senza contare che il progetto in questione non entrerebbe, come qualcuno sostiene, in competizione con le realtà ricettive già esistenti, ma andrebbe a coprire una fetta di clientela internazionale oggi ignorata. "L’idea – spiega il consulente turistico Danilo Papaleo – punta in particolare ad ampliare l’offerta gradese ai mercati statunitense ed asiatico, i cui spostamenti massicci hanno bisogno necessariamente di strutture capienti e tarate sugli standard internazionali". L’appello di Cgil, Cisl e Uil è, dunque, uno: iniziare a fare gioco di squadra, dando il via libera ad un progetto che ha un solido "piano industriale", non delocalizzabile, concreto sotto il profilo dell’occupazione e dal forte ritorno economico, senza contare la capacità del territorio di vigilare sul rispetto dell’ambiente. Un appello fatto proprio anche dai sindaci della zona, in primis Grado, che i giorni scorsi hanno preso parte al dibattito pubblico organizzato nella sala consiliare di Grado e al quale hanno dato il loro contributo anche l’assessore regionale Maria Grazia Santoro, Confindustria e la Camera di Commercio. Intanto anche il presidente della Provincia di Gorizia, Enrico Gherghetta, fa proprio l’appello di Cgil, Cisl e Uil: "Dobbiamo ricominciare a costruire impresa e questo progetto deve andare avanti perchè soddisfa in modo positivo tutte le condizioni, economcihe, sociali e ambientali.

Ufficio stampa Cisl FVG