A Palmanova il congresso regionale della Federazione cislina della Scuola
CISL: SALVARE ISTRUZIONE E FORMAZIONE
Riconfermato a segretario Donato Lamorte: “Lo sciopero non serve, occorre, invece, stare ai tavoli e trattare”
Uno sciopero di sola protesta non tutela gli interessi della scuola e alimenta la divisione: mai come ora occorre, invece, scegliere gli strumenti giusti di confronto, stare ai tavoli, trattare e negoziare. Ne è convinto il riconfermato segretario regionale della Cisl Scuola, Donato Lamorte, che, dal congresso della categoria a Palmanova, risponde così alla Cgil scesa in piazza: “Per contrastare le scelte sbagliate e dannose adottate sulla scuola, lo sciopero non serve: stando ai tavoli, invece, stiamo cominciando ad ottenere significativi cambiamenti di rotta, basti pensare all’impegno del Governo a tagliare 5mila persone in meno nella scuola primaria o all’immissione in ruolo di 20mila precari”. La strada scelta dalla Cisl Scuola anche regionale punta, dunque, attraverso il confronto a salvare il sistema dell’istruzione e della formazione, messo a repentaglio da interventi lampo e non concertati del Governo che non solo sacrificano quel bene comune che è la scuola con tagli di 8 miliardi (vale a dire di 87mila docenti e 44mila 500 amministrativi tecnici e ausiliari), ma compromettono anche la competitività del Paese. Gli effetti di una politica centrale “confusa e contraddittoria” si stanno abbattendo anche in regione – da un lato – con una “rasoiata profonda” che colpirà nei prossimi 3 anni quasi 1.200 docenti e 879 amministrativi tecnici ausiliari, in gran parte (736) collaboratori scolastici e – dall’altro – con crediti vantati dal Friuli-Venezia Giulia nei confronti dell’Amministrazione centrale, di circa 20 milioni, oggi bloccati a danno della gestione scolastica. “Siamo consapevoli – commenta Lamorte – della necessità di una riorganizzazione della rete scolastica anche sul nostro territorio: tuttavia l’operazione avrebbe dovuto essere mossa dalla logica del miglioramento dell’efficienza ed efficacia del servizio e non da un cannibalismo destrutturante, impoverente ed inaccettabile”. In regione, infatti, con la razionalizzazione si perderanno dal prossimo anno 5 istituzioni scolastiche autonome: 2 in provincia di Udine, 2 in provincia di Trieste e una in provincia di Gorizia, mentre nel contempo verranno istituiti 5 Centri provinciali istruzione adulti. E le cose non vanno meglio sul fronte della formazione professionale, leva fondamentale per lo sviluppo del territorio (vista anche l’alta concentrazione di lavoratori immigrati), limitata dal dirottamento ad altri settori dei fondi comunitari ed investita negli ultimi anni da un “tornado di iniziative legislative a volte anche contraddittorie”. Anche sul contratto regionale, poi, la situazione è ferma, ma l’auspicio è che entro fine mese si arrivi alla firma, dando così un po’ di sollievo economico ai lavoratori. Sul fronte nazionale, invece, è il segretario di categoria Silvano Furegon ad intervenire: “Continueremo nella nostra azione contro una visione meramente economicistica del Governo che sta facendo sì che la scuola da primaria torni ad essere elementare, garantendo esclusivamente l’istruzione di base”. “Lo sciopero della Cgil – aggiunge – non fa che alimentare la spaccatura a danno dell’azione sindacale con il Governo, che è il nostro datore di lavoro”.
Mariateresa Bazzaro
Ufficio stampa Cisl Fvg