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NO ALLE APERTURE SELVAGGE DEI NEGOZI

Da Il Messaggero Veneto «Le aperture festive dei negozi vanno regolamentare, bisogna definire un numero di domeniche allanno». Allindomani del bilancio dello shopping pasquale che con i 14 mila ingressi registrati nel lunedì dellAngelo al Palmanova Outlet di Aiello ha fatto venir meno lappello a boicottare la spesa lanciato dalle organizzazioni sindacali Cgil, Cisl e Uil, la Regione riporta la palla al centro e si prepara ad affrontare il tema nel corso di una seduta della commissione Commercio a Roma. Lassessore regionale, Sergio Bolzonello, ieri sera, ha scritto di proprio pugno la convocazione della commissione nazionale per definire un numero minimo di aperture domenicali dei negozi e modificare così il decreto Monti che ha liberalizzato gli orari. La Regione ha deciso di entrare nel merito della questione della aperture festive alla luce dellordine del giorno approvato allunanimità poche settimane dopo linsediamento della giunta Serracchiani che prevede, appunto, un intervento romano e la conseguente regolamentazione della liberalizzazione delle aperture dei negozi voluta da Monti. «Quellordine del giorno è sempre attuale» assicura Bolzonello schierandosi al fianco delle organizzazioni sindacali che continuano a sollecitare la regolamentazione della materia. Pur comprendendo le esigenze dei consumatori e degli imprenditori che hanno investito per garantire il servizio festivo, Bolzonello ritiene sia arrivato il momento di avviare un ragionamento per garantire almeno il rispetto delle festività canoniche. Ecco perché lassessore regionale cercherà, con la sua missiva, di sensibilizzare i colleghi di tutta Italia. Intanto Paolo Duriavic della Fisasca-Cisl, invita ad analizzare le conseguenze delle aperture festive perché, sempre a suo avviso, non stanno producendo alcun beneficio per i consumatori che, al contrario, si troverebbero a sostenere i maggiori oneri a cui vanno incontro i commercianti per garantire le aperture festive visto che, stando alla statistica, le domeniche aperte non favoriscono significativi aumenti di fatturato. Ecco perché il sindacalista della Cisl aggiunge: «Bisognerebbe informare le migliaia di persone che hanno trascorso la Pasquetta nei centri commerciali che non hanno alcun vantaggio a fare la spesa la domenica». A conferma della sua tesi, Duriavic assicura che «tutti i contratti a tempo determinato e quelli stipulati in passato per i fine settimana per garantire le aperture festive ora non si fanno più». Secondo le organizzazioni sindacali, infatti, «le aperture festive vengono garantite con il personale stabile obbligandolo ad andare a lavorare pena possibili ripercussioni». «La legge va rivista, il numero delle aperture domenicali deve essere uguale per tutti» insiste Duriavic nel ricordare che le aperture selvagge sono state autorizzate dalla legge Monti che ha liberalizzato pure gli orari dei negozi. In un colpo solo, quindi, il Governo ha cestinato la battaglia sindacale fatta una decina di anni fa per regolamentare il numero delle domeniche aperte ed evitare così che le commesse lavorassero tutte le festività. Dieci anni dopo, Cgil, Cisl e Uil si ritrovano al punto di partenza con unaggravante: «I lavoratori assunti da oltre 10 anni lavorando di domenica percepiscono lo straordinario maggiorato del 30%, i nuovi assunti invece, in molti casi, ricevono solo la paga ordinaria».