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COMPARTO UNICO E SPECIALITA’ FVG, AVANTI TUTTA

utti d’accordo: la specialità del Friuli Venezia Giulia, certamente da ripensare, deve essere salvaguardata e uno degli strumenti "caratterizzanti" la regione sarà il Comparto Unico. E’ uno dei passaggi chiave emersi dal covegno a Trieste, promosso dalla Cisl Fvg, e dedicato ai futuri assetti dettati dalle riforme istituzonali in itinere. Tante le questioni poste sul tavolo, ma un comune denominatore: quello di garantire – e su questo il Sindacato va in pressing – riforme coerenti tese a migliorare l’efficienza del sistema complessivamente inteso. E mentre si guarda con interesse al dibattito intorno al nuovo Senato, in casa si gioca la partita fondamentale della riforma della Autonomia Locali, oggi al centro della discussione.
"Nel contesto della riforma in questione – va dritto al punto il segretario della Cisl Fvg, Luciano Bordin – riteniamo essenziale utilizzare lo strumento del Comparto Unico, nato proprio in funzione del decentramento e del trasferimento delle funzioni dalla Regione agli enti locali. Tuttavia il Comparto Unico va portato a compimento, razionalizzando l’iniziale progetto per ricavarne quei vantaggi derivanti da regole condivise, flessibilità, mobilità e formazione necessari perchè la riforma abbia successo. Per la Cisl la contrattazione è il principale strumento di confronto per raggiungere gli obiettivi di riordino che la politica regionale si è data". Tanti, poi, per il Sindacato i nodi ancora da sciogliere rispetto al condivisibile impianto generale, a partire dalla cancellazione delle Province e da una funzionale aggregazione dei Comuni: così, ad esempio, sul traferimento delle funzioni tra enti, o ancora, il ruolo della Regione, senza contare la questione del personale e l’urgenza di risovere alcune criticità ormai incrostate, come quella dei precari della P.A.
Tutte sollecitazioni raccolte dall’assessore Paolo Panontin, che non solo annuncia per fine luglio (ma "ragioni di opportunità" potrebbero farlo slittare a settembre) il disegno di legge sulle aggregazioni, ormai "in dirittura d’arrivo", ma incontra la Cisl su un asset strategico: quello, cioè, di iniziare a considerare la Regione, e di conseguenza accreditarla così anche a Roma, come un unico organismo integrato per quanto riguarda l’asse pubblico, dove convivono Regione, enti locali e Comparto Unico. Concetto su cui l’assessore spige con forza, invitando a considerare la regione come un tutt’uno anche in prosepttiva di una ripartizione di funzioi e competenze, oggi in capo alle Province. Certo – aggiunge poi insostanza, dopo aver annunciato i criteri con cui avverranno le aggregazioni e le fuzioni – questi processi non potranno prescindere anche da una formazione adeguata de personale e dei dirigenti che dovranno sostenerli, come l’esperienza di altri Paesi (Olanda, in testa), insegna.
Che ci sia poi bisogno di nuovo ordine e di risposte che sappiano anche valorizzare, entro una cornice normativa chiara, le differenze esistenti tra Regioni è, dunque, evidente. E’ da troppo tempo – spiega in sostanza il professor Leopoldo Coen – che viviamo in uno stato non più di diritto, ma assoggettato a una "burocrazia irresponsabile". Quando, invece, anche la "specialità", di cui dobbiamo riappropriarci, assieme all’autonomia delle regioni sullo Stato, ha bisogno di scelte coerenti. Scelte coerenti a tutto campo, anche sulle questioni aperte, messe al centro dal segretario regionale della Cisl Fp, Massimo Bevilacqua, che non solo sottolinea come la contrattazione dovrebbe riprendersi gli spazi tolti dalla politica, ma difende anche chi lavora negli enti pubblici. Non certo gli "indifendibili" fannulloni, ma quelli che ogni giorno garantiscono i servizi ai cittadini e che certo sono disposti alla razionalizzazione e anche alla mobilità, purchè ragionata e funzionale. Parimenti occorre che il sistema, specie politico, la smetta di considerare il lavoro pubblico come un bancomat cui attingere risorse, ma anzi inizi anche a premiare, ad esempio imponendo a Comuni ed altri enti la norma, esistente, ma tutt’oggi inapplicata, sulle risorse economiche di gestione, che vanno riconosciute ai lavoratori.Anche a quelli precari, da oltre vent’anni, anche in friuli venezia Giulia. E proprio rispetto a questa situazione è la professoressa Roberta Nunin ad annunciare la scure che si potrebbe abbattere sulla Regione, con un’imminente sentenza sanzionatoria della Corte Europea.
Quello che ormai è certo è che sulle riforme bisogna correre, perchè – come sitetizza il senatore Francesco Russo – il terreno da recuperare è decennale con la conseguenza che ci troviamo a dover accellerare per agganciare i cambiamenti ormai in atto nel Paese.
Cambiamenti – conclude il segretario nazionale della Cisl, Maurizio Petriccioli – che necessariamente dovranno essere declinati in senso migliorativo, con tutti i soggetti – dalla politica alle parti sociali – coinvolti in prima battuta a rispensare se stessi in chiave partecipativa.

Ufficio stampa Cisl FVG