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IDEALSCALA, INTERVENTO DEL SEGRETARIO DELLA FEMCA CISL FVG

Quello raggiunto al Ministero del lavoro è un accordo importante che i lavoratori hanno giudicato positivamente. L’accordo, è figlio di una vertenza difficile, complicata e dai toni aspri, da un clima di forte sfiducia che il management della Ideal Standard ha provocato, che si è trascinata per quasi un anno. In questo arco di tempo fondamentale è stata la tenacia e la lucida determinazione del sindacato e dei lavoratori che non si sono mai arresi. Ora però è tempo di girare pagina, è tempo di nuove sfide: rilanciare l’attività produttiva di Orcenico attraverso i difficili sentieri dell’autoimprenditorialità, imboccata con la coraggiosa scelta di costituire una cooperativa; una scelta impegnativa anche nel nome, Ceramiche Idealscala, che rievoca i fasti di un passato glorioso della nostra industria manifatturiera. E nella novità è forte il richiamo alla nostra storia comunitaria: persone che si autorganizzano in forma partecipativa e mutualistica, per risolvere problemi e bisogni comuni, nella convinzione di poter guardare al futuro con la stessa speranza con cui i loro padri hanno costruito i propri percorsi di vita. Ancora una volta sono quindi i lavoratori ad indicare la strada del possibile sviluppo, ancora una volta loro, in prima linea, armati del solo coraggio, convinti, come sono, che lo stabilimento di Orcenico non può chiudere, che non è possibile disperdere un patrimonio enorme fatto di capacità e di competenze. Lavoratori che non attendono solo aiuto, ma che decidono di rimettersi in gioco perché non ci stanno a farsi rubare il lavoro e il futuro da una multinazionale, che ha deciso, per logiche esclusivamente finanziarie, di mettere la parola fine ad uno stabilimento produttivo ed efficiente. Siamo solo all’inizio di questa sfida, avanguardia di una via che potrebbe essere scelta da altri lavoratori e da altre realtà. C’è tanta strada da fare ed il tempo a disposizione è quello concesso dalla cassa in deroga. Dentro questo percorso, e con gli impegni previsti dall’accordo ministeriale, la multinazionale può trovare le ragioni per porre parziale rimedio alla profonda ferita inferta a 400 famiglie e al tessuto economico e sociale di un’intera provincia: facilitare concretamente la riprese dell’attività produttiva attraverso la messa a disposizione di impianti e capannoni a prezzi simbolici. In altri termini supportare la fase di avvio della start up, con la messa a disposizione di volumi produttivi per un tempo limitato, in modo da consentire ai propri “ex” dipendenti di portare a successo l’operazione del “workers byout”. È un atto dovuto, un’assunzione di responsabilità sociale che Ideal Standard deve a un’intera comunità, che sino alla fine è stata attenta ai bisogni di questa dell’azienda. Ideal Standard può decidere di non produrre, ma non può vietare che altri lo facciano, soprattutto non può vietare ai propri dipendenti di provarci. Questo nuovo protagonismo sociale, che i lavoratori della Ideal Standard alimentano con entusiasmo e passione, interroga le coscienze di tutti. Il dovere dell’urgenza chiama in causa un intero territorio regionale-nazionale, nelle sue espressioni economiche, sociali e istituzionali, una chiamata a stare dentro una sfida difficile ma ambiziosa, una sfida da raccogliere per lavorare intorno a un progetto comune: sostenere e accompagnare un modello di sviluppo alternativo, l’unico in grado di rispondere ad una emergenza occupazionale sostituendo il fatalismo e la sfiducia, con la speranza e con la voglia di credere nel futuro, il garantire profitto per la finanza al garantire sostenibilità e lavoro. Serve quindi accompagnare e sostenere, con atti concreti, il coraggio e l’audacia dei lavoratori della Ideal Standard: questa iniziativa, se realizzata, può rappresentare un valore e un bene per l’intera comunità. In questa sfida il sindacato è pronto a fare la propria parte. Possiamo vincere se l’esempio diventano i lavoratori Ideal Standard, se tutti insieme lavoriamo intorno allo stesso obiettivo senza risparmiarci. Franco Rizzo segretario generale Femca Cisl Fvg