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TAGLIO AI PERMESSI SINDACALI, IL SINDACATO NON CI STA

La legge di conversione è entrata in vigore e dal lunedì, come dispone la circolare del ministro Madia, le organizzazioni sindacali dovranno essere “a regime”. In realtà in provincia di Udine i “movimenti” sono già stati fatti e i distacchi revocati. In verità modesti: interessano un dipendente pubblico per organizzazione. Ma cosa sono i distacchi sindacali? Sono l’istituto a cui viene riconosciuto ai dipendenti pubblici il diritto a svolgere a tempo pieno o parziale, attività sindacale, con la conseguente sospensione dell’attività lavorativa. Il periodo trascorso in distacco sindacale è equiparato, a tutti gli effetti, al servizio prestato presso l’amministrazione, e viene perciò retribuito, ad esclusione di straordinari, indennità, compensi collegati allo svolgimento effettivo delle prestazioni La norma voluta dal governo Renzi taglia del 50% distacchi e permessi sindacali nella PA. «Diciamolo: ci hanno già provato. Lo fece Mussolini con un Regio Decreto e Berlusconi nel ’94 con un decreto legge. Mi pare che toccare la democrazia non abbia portato bene a nessuno dei due». Perchè di questo, secondo Massimo Bevilacqua, segretario provinciale della Funzione pubblica della Cisl, si tratta. L’argomento è quello del taglio ai distacchi e ai permessi sindacali rispetto al quale «non abbiamo atteso l’emanazione della circolare – spiega – per applicare le disposizioni previste dal decreto. Come Cisl abbiamo revocato alcuni distacchi e altri li abbiamo trasformati sulla base delle disposizioni della legge 300. Ma non credo – prosegue il sindacalista – che lo Stato recupererà chissà che risorse da questi tagli, ciò che otterrà sarà invece un numero più basso di persone che stanno sul territorio ad assistere i lavoratori». «L’importante è – ancora Bevilacqua – che non sia stato toccato il monte ore delle Rsu, che operano all’interno degli enti» e che sono i più vicini ai dipendenti della pubblica amministrazione. Per quel che attiene ai 10 milioni di euro di recupero di risorse che lo Stato ritiene di raggiungere «a nostro avviso non ci sarà. In compenso ci sarà, questo sì, il dimezzamento della democrazia».