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INTERVENTO UNITARIO C/O TERZA COMMISSIONE SULLA RIFORMA SANITARIA

Il disegno di Legge n.59 sul riordino dell’ assetto istituzionale ed organizzativo del servizio sanitario regionale parte da un approccio epidemiologico che rappresenta una premessa fondamentale per poter ragionare su precisi obiettivi di salute. E’ una proposta organica che va nella direzione di un riassetto globale del sistema.

Cgil-Spi, Cisl-Fnp e Uilp condividono la finalità, ripresa in più punti sull’articolato della Legge, che privilegia la medicina del territorio trasferendo risorse dall’ospedale al territorio stesso e hanno valutato molto positivamente l’articolo 20 presentato in bozza di legge sul tema dell’organizzazione dell’assistenza medica primaria.

Nel disegno di legge però lo stesso articolo lascia margini di flessibilità sulla garanzia delle 12 ore di attività ambulatoriale; infatti la frase “…. in modo da garantire fino a 12 ore giornaliere” sostituisce “… in modo da garantire un orario di 12 ore giornaliere”.

La medicina di gruppo, ampliando l’orario dell’attività ambulatoriale, rappresenta concretamente un esempio di cura della salute del cittadino a livello territoriale, soprattutto per le fasce di popolazione anziana con malattie croniche e può evidentemente assicurare una migliore continuità assistenziale. Si ritiene quindi che la prima stesura dell’articolo 20 centri in modo più efficace l’organizzazione dell’attività sanitaria ambulatoriale.

La riforma pone il cittadino al centro del sistema salute e ne auspica il coinvolgimento attivo. L’articolo 38 sulle reti di patologia rafforza questo principio “ facendo partecipare attivamente anche i rappresentanti di cittadini o pazienti per favorire una umanizzazione dei percorsi dell’assistenza e una modalità organizzativa dei servizi coerente con i bisogni di assistenza” ; la rappresentatività del cittadino andrebbe estesa anche ad altre reti o settori come ad esempio il Dipartimento di Prevenzione ( art. 17), l’assistenza medica primaria ( art. 20 ), il Dipartimento di Salute Mentale ( art.22 ).

I Sindacati dei pensionati ritengono che vada contrastata l’implementazione delle strutture sanitarie e socio-sanitarie private e sottolineano l’importanza di introdurre nell’articolo 45 la necessità di sottoporle a preventiva valutazione di compatibilità con il fabbisogno complessivo regionale. Per cui è auspicabile una riscrittura dell’articolo in oggetto.

In questa ottica, anche a riguardo degli indicatori “ Lea residenziale anziani e disabili ”, intravvedono un rischio anche nello standard “ uguale o superiore a 10 ” nel “ numero di posti per assistenza per anziani in strutture residenziali per 1000 anziani residenti “.

Si ribadiscono poi l’importanza del superamento dell’asimmetria esistente tra sociale e sanità e la preoccupazione per la mancanza di un piano sociale che, si teme, visto che verrà elaborato e proposto dopo la riforma sanitaria, rischierà di essere di complemento e non di integrazione con la sanità stessa.

Si evidenzia una lacuna presente nel disegno legge relativamente ad una sanità senza distinzione di genere che è oggi considerata un pilastro fondamentale nella costruzione di sistemi sanitari innovativi e fondati sull’idea di appropriatezza delle cure. Sulla cura e la prevenzione di determinate patologie nella differenza di genere, si stanno raccogliendo esperienze, buone pratiche e vasta letteratura. Importante è anche il punto di vista delle donne sui temi quali la domiciliarità, la residenzialità e l’organizzazione dei servizi territoriali e ospedalieri.

I Segretari Generali Regionali

SPI-CGIL FNP-CISL UILP-UIL
(Ezio Medeot) (Gianfranco Valenta) ( Magda Gruarin )