CONGRESSO CISL FVG, ALBERTO MONTICCO CENTRA IL BIS
Chiuso il XIII congresso della Cisl Friuli Venezia Giulia . La consacrazione alla presenza del nazionale Luigi Sbarra
Obiettivo centrato per Alberto Monticco, stamani riconfermato all’unanimità segretario generale della Cisl Friuli Venezia Giulia, dal XIII congresso.
All’insegna dello slogan Esserci per cambiare si è, dunque, conclusa la tre giorni congressuale, dalla quale è uscito il programma che impegnerà la Cisl regionale da qui ai prossimi quattro anni.
Dal palco del XIII congresso della Cisl Friuli Venezia Giulia, il segretario uscente Alberto Monticco, candidato alla riconferma, annuncerà il suo programma per i prossimi quattro anni, puntando su alcuni assi cruciali: il ricambio generazionale per quanto attiene all’assetto dell’organizzazione, e sul fronte “esterno” su un impegno ancora più spinto sulla sicurezza, su politiche industriali e, soprattutto, attive del lavoro e su un’alleanza strategica con il vicino Veneto in una “visione aperta di NordEst”.
Quattro passaggi-chiave anche della relazione presentata stamani dinnanzi ad una platea di oltre 200 delegati, chiamati da domani sera al voto.
Sotto lo slogan Esserci per Cambiare, la Cisl Fvg punta dunque al suo rinnovamento interno, portando avanti la scommessa, già avviata di formare le nuove leve, un gruppo, per il momento di 12 persone, destinato a ricoprire ruoli di vertice rivitalizzando il rapporto soprattutto con i territori.
Quanto alle partite “esterne”, si guarda all’immediato, ma anche al futuro, contando su quel sistema di relazioni con la Regione giudicato “valido e proficuo”. Una relazione che, per Monticco, dovrà portare a scelte ed interventi condivisi su tutta una serie di asset, a partire dall’allargamento di una visione più aperta di NordEst, soprattutto su alcuni grandi temi: mercato del lavoro e della formazione, ma anche infrastrutture e partite energetiche. “Pur nel rispetto della storia e dell’identità di ciascun territorio, credo che le istanze contemporanee ci spingano ad allargare le nostre prospettive in una logica di collaborazione e rafforzamento. Una scelta che auspico possa essere condivisa anche da Confindustria, come lo è per la Cisl di Fvg e Veneto”.
Se il futuro, per il Sindacato è, dunque, tracciato, anche sull’imminente le idee sono chiare, a partire dall’utilizzo dei fondi del PNRR. “Un’occasione impedibile, che non va sprecata” – afferma il segretario, invocando una cabina di regia che comprenda anche le parti sociali, e attraverso la quale determinare priorità, l’idea di territorio che vogliamo ed il tipo di occupazione, le misure da mettere in campo. E una non potrà che essere quella energetica. “Bene – sostiene Monticco – ha fatto Draghi a prevedere un consistente impegno di spesa in aiuto a famiglie e imprese, ma la vera scommessa ora è dare gambe veloci al Piano di Transizione Energetica, che coinvolge direttamente anche il Friuli Venezia Giulia e che dovrà portare ad una riconversione delle fonti di approvvigionamento, indispensabile se vogliamo uscire dalle dipendenze da altri Paesi”. Preoccupano non poco la Cisl Fvg, gli effetti dello shock energetico di queste settimane, con il blocco di diverse aziende e le bollette alle stelle. A dare la misura del livello di allerta sono numeri da capogiro: quelli delle aziende, che nel 2022 si stima avranno un costo dell’energia di 37miliardi, a fronte dei 20 del 2021 e degli 8 del 2019 e quelli delle bollette di luce e gas che le famiglie pagheranno mediamente 1.950 euro, contro i 1.320 dello scorso anno, con il rischio di vede allargarsi la platea delle famiglie e delle persone che non ce la fanno. “Una situazione pesantissima che dovremo gestire, non solo ipotizzando, ma realizzando interventi energetici di prospettiva, senza cedere ai ricatti dei vari comitati del non si può”.
L’altra scommessa per Monticco riguarda le politiche attive del lavoro, che devono rimanere priorità anche dell’agenda politica. Non sarà infatti – per la Cisl – il miraggio del salario minimo legale o il reddito di cittadinanza a sostenere i lavoratori o le persone in cerca di ricollocazione, ma, semmai, politiche attive a tutto tondo, capaci di coniugare formazione mirata e centri per l’impiego efficienti. “Ai CPI – incalza Monticco – non basta l’aumento dello stanziamento di fondi, ma l’incremento del personale, per permettere ai centri per l’impiego di gestire direttamente, con le aziende interessate, le commesse aziendali. Allo stesso tempo va potenziata la formazione, intesa come aggiornamento continuo delle competenze”. Negli ultimi dieci anni, in Italia, per ogni cento euro spesi per le politiche attive, la quota destinata alla formazione è passata dal 50,2% al 30%, mentre in buona parte degli altri Paesi europei è al contrario. “E’ chiaro che anche su questo dovremo invertire il senso di marcia. Un plauso, però, va alla Regione per aver approvato in tempi strettissimi, forse prima in Italia, il Piano Attuativo Regionale del PNRR e di GOL inserendo tutte le politiche del lavoro in un quadro unitario di interventi”.
Ultima, ma centralissima, nell’agenda della Cisl Fvg è la questione della sicurezza, imposta non solo dai drammatici numeri delle morti bianche, ma anche da un sentimento crescente di indignazione, soprattutto per quegli interventi fermi da anni, come, ad esempio, la patente a punti che stagna in Parlamento da più di un decennio e che dovrebbe incentivare le imprese virtuose, penalizzando quelle che non offrono adeguati standard di sicurezza ai propri dipendenti. Infine l’appello a tutti i lavoratori: a mantenere un impegno e un’attenzione costanti, a non aver timore a richiamare il collega distratto, a costruire con l’azienda relazioni costruttive a salvaguardia dell’incolumità di tutti, anche nei periodi di crisi, quando spesso accade che la sicurezza venga sacrificata in favore delle ragioni economiche e della produzione.