POVERTÀ IN CRESCITA: CGIL-CISL-UIL LANCIANO L’ALLARME ALLA REGIONE
«Si prospetta un 2024 difficile. Abbiamo chiesto alla Giunta, che si è resa disponibile, di varare misure di sostegno alle famiglie a basso reddito». Tra le ipotesi in campo un “bonus” sulle minime
«Contrastare la crescita della povertà e del disagio, in forte espansione a causa della crescita dell’inflazione, deve rappresentare una delle grandi priorità sia per il sindacato confederale che per l’amministrazione regionale nel corso del 2024». È quanto hanno chiesto le segreterie Cgil, Cisl e Uil del Friuli Venezia Giulia al presidente della Regione, nell’ambito del consueto tavolo di confronto mensile. Tavolo che è stato anche l’occasione, come anticipano i segretari Villiam Pezzetta (Cgil), Alberto Monticco (Cisl) e Matteo Zorn (Uil), «per individuare alcune ipotesi concrete di intervento specifico a sostegno delle fasce più in difficoltà».
QUADRO CHE SI AGGRAVA «L’escalation dei fattori di tensione nello scenario mondiale da un lato, dall’altro il perdurare dell’incertezza e delle criticità che hanno caratterizzato l’economia globale, italiana e regionale nel corso dell’anno, rafforzano purtroppo le incognite con cui si presenta il 2024 per le famiglie e le imprese del Friuli Venezia Giulia. Un 2024 che si prospetta ancora più difficile per effetto di fattori locali come la vertenza Wartsila, lontana da qualsiasi ipotesi di soluzione, la difficile congiuntura attraversata da Electrolux, l’aggravarsi del quadro demografico nelle aree montane e periferiche». Questa l’analisi tracciata da Pezzetta, Monticco e Zorn, preoccupati anche dall’impennata della cassa integrazione a ottobre e novembre, che ha portato a una crescita del 25% delle ore autorizzate rispetto al 2022, e dalla flessione degli occupati registrata dall’Istat nel 3° trimestre. «Si tratta di uno scenario – commentano i tre segretari – che non è ancora di crisi, ma sicuramente più difficile e incerto di quello con cui era incominciato il 2023. Tra le nuove incognite anche il dopo 110%, che rischia di lasciare pesanti strascichi non soltanto sulle imprese della filiera edile e del suo indotto, ma anche su lavoratori e su molte famiglie».
POVERTÀ IN AUMENTO Se il mercato del lavoro nel complesso tiene, «pur caratterizzato da livelli troppo alti di precarietà, basse paghe e dumping contrattuale», sono decine di migliaia le famiglie messe in difficoltà dall’aumento del costo della vita. «L’ultimo report Istat – spiegano i segretari – ci dice che nel 2022, a Nordest, il numero delle famiglie in condizioni di povertà assoluta è cresciuto del 12% e che in Fvg le persone in povertà relativa sono passate, in un solo anno, dal 4,5 al 5,8%. Temiamo che i dati 2023 confermeranno questa tendenza e abbiamo chiesto al governatore di tenere fortemente monitorata questa situazione».
SOS WELFARE A confermare l’allarme le tante situazioni di difficoltà intercettate dagli sportelli sindacali sul territorio: dai patronati ai Caaf, che registrano una costante crescita della domanda di Isee, ovviamente legata all’erogazione di prestazioni di carattere sociale e assistenziale, dalle associazioni di tutela dei consumatori alle sedi del sindacato pensionati, che denunciano una costante crescita delle persone prive di medico di base o costrette a rinunciare alle cure, a causa della lunghezza delle liste di attesa e dell’incapacità di far fronte ai costi di una visita privata.
UN AIUTO AI PENSIONATI Se quella dei pensionati a basso reddito è una delle fasce più in difficoltà, una prima ipotesi di sostegno che è stata individuata è l’introduzione di un bonus regionale sulle pensioni, «individuando come prima possibile platea quella dei titolari di assegni minimi che non siano percettori di altre forme di reddito», spiegano i segretari regionali di Cgil, Cisl e Uil. «Si tratta ora – precisano Pezzetta, Monticco e Zorn – di individuare i passaggi necessari sia per una chiara definizione della platea e dell’intensità del sostegno, sia per individuare criteri che consentano di condizionare e quantificare l’accesso ai benefici in funzione dell’effettivo bisogno e delle condizioni reale delle persone, ponendo le premesse per il varo di una misura di contrasto strutturale alla povertà e al disagio».