L.R. SU SERVIZIO IDRICO E CICLO DEI RIFUTI. PER LA CISL TROPPA FRETTA
Una legge di riordino purtroppo segnata dalla fretta – quella imposta dalla necessità di evitare le procedure europee di infrazione – ma che avrebbe richiesto un maggiore approfondimento, e non solo con le parti sociali. A sostenerlo è la Femca Cisl, rispetto alla nuova normativa regionale sul servizio idrico ed il ciclo dei rifiuti. “Siamo di fronte – spiega il segretario di categoria, Mauro Ferrante – ad un disegno di legge che contiene materie molto complesse e di diverso impatto ambientale, senza contare la grande rilevanza per i cittadini che sono anche utenti”. “Ora – incalza Ferrante – urge trovare una clausola di salvaguardia per i lavoratori del settore, ma che non sia la classica foglia di fico dell’articolo 2112 del codice civile, richiamato dalla Cgil”. Come a dire che la previsione del mantenimento della posizione previdenziale e delle tutele reali rispetto ai licenziamenti illegittimi non è affatto sufficiente. “Devono essere chiariti – specifica la Femca Cisl – temi come la ricongiunzione onerosa, il mantenimento dei livelli retributivi, il CCNL di riferimento: questi sono tutti argomenti che non possono essere liquidati durante un'audizione che sembra sia stata più di cortesia che di sostanza. Quella che serve è, dunque, una tutela complessiva che scongiuri il pericolo di "dumping contrattuale", specialmente nel settore dell'igiene ambientale, pratica ormai consolidata tramite l'intervento delle cooperative sociali e con l'applicazione dei più improbabili CCNL, con la sola logica di realizzare una gestione al ribasso. “Di qui – aggiunge il segretario della Cisl Trieste Gorizia, Umberto Brusciano – la nostra disponibilità ad un confronto su questi temi, con l'obiettivo di non scaricare ulteriori costi sociali sulle spalle dei lavoratori e dei cittadini/utenti”.