SALGONO INFORTUNI E MALATTIE. FVG TRA LE MAGLIE NERE D’ITALIA
Il giorno della festa del lavoro, un lavoro che ancora manca per molti, un lavoro spesso precario e incerto, in Friuli Venezia Giulia impone una riflessione. Più marcata che altrove. Perché in Friuli Venezia Giulia, accanto ad una pur timida ripresa, anche dell’occupazione, risalgono pure gli infortuni sul lavoro. In controtendenza rispetto all’andamento nazionale, che registra nel mese di marzo 2016 una flessione del -6,4%, in questa regione le denunce all’Inail sono in aumento del +3%. Non poco, dunque. A rendere noti i dati, è stato lo steso Istituto nazionale che ha raccolto nel mese 49.346 denunce di infortunio, come detto in calo, mentre gli incidenti mortali sono aumentati di 6 unità: 61 contro i 55 di marzo 2015. L’analisi territoriale evidenzia incrementi in Umbria, addirittura del +5,4%, in Friuli Venezia Giulia del +3% e in Puglia, +1,9%. L’analisi per classi di età rileva aumenti nella fascia 20/24 anni (+2,2%) e tra i 60 e i 64 anni (+8,7%). «Il segnale non è certamente positivo – è il commento del segretario generale della Cisl Fvg, Giovanni Fania -, e i dati richiedono sicuramente un approfondimento. Anche per capire – è la denuncia del sindacato – quanti degli infortuni denunciati sono quelli del “primo giorno”». Sono i voucher, o “buoni lavoro”, ad aver fatto riavanzare un fenomeno che normative più stringenti, come l’obbligo di comunicare una assunzione il giorno precedente a quello dell’inizio dell’attività, avevano quasi azzerato. Il fenomeno è, appunto, quello dell’“infortunio del primo giorno”, ovvero l’incidente – a volte anche mortale – che accade il primo giorno di lavoro del “neoassunto”, che in realtà non era al suo primo giorno di lavoro, ma al “primo giorno di lavoro legale”, ovvero in regola, mentre nel periodo precedente aveva lavorato lo stesso ma in “nero”. «L’estensione dell’operatività dei voucher a tutti i settori – aggiune Fania -, anche quelli più complessi e potenzialmente più a rischio infortuni, come l’edilizia, la meccanica ecc., ha fatto sì che questa tipologia di infortuni sia triplicata». L’altra chiave di lettura, anche questa certamente non positiva, attiene al fatto «che l’attività produttiva è in ripresa, sia pure lieve. Negli anni precedenti la diminuzione degli infortuni era stata determinata anche dal rallentamento dell’economia. Da qualsiasi parte lo si guardi «è comunque triste che ancora oggi ci sia chi muore per il lavoro e che a causa del lavoro si verifichino tanti incidenti, a volte molto gravi, a volte anche mortali – è la considerazione di Fania -. L’Italia ha una normativa tra le più severe d’Europa, ma è carente ancora sul fronte dei controlli che vanno potenziati». Fa il paio con il trend degli incidenti, quello delle malattie professionali, anche queste in crescita. A livello nazionale nel primo trimestre l’Inail ha raccolto 15.871 denunce, con un aumento del +4,6% rispetto allo stesso periodo del 2015. «Scontiamo – è l’opinione del leader della Cisl – il ritardo con cui siamo partiti in Italia con le campagne di prevenzione, unico strumento a disposizione per ridurre le patologie lavoro-correlate. In passato, purtroppo, di prevenzione se n’è fatta poca». Le patologie più frequenti riguardano il sistema osteomuscolare e il tessuto connettivo, le malattie del sistema nervoso, le malattie dell’orecchio e quelle del sistema respiratorio. Risultano in diminuzione i tumori. Il Fvg non compare nel gruppo delle regioni di testa in cui si è registrato un più marcato aumento delle denunce di malattia professionale. A guidare, in negativo, la classifica ci sono la Liguria, +26,3%, la Lombardia, +13,8%, la Sardegna + 13,4%, l’Abruzzo, +8,9% e il Lazio, +8,3%. Nel primo trimestre le denunce di infortunio a livello nazionale sono state 152.573, -0,8% rispetto a gennaio-marzo 2015, gli infortuni mortali nello stesso periodo sono stati 176 contro i 206 dello stesso periodo del 2015; anche se – avverte l’Inail – il dato è condizionato dai tempi di rilevazione (le non determinazioni si attestano attorno al 40%).