TRIESTE E LE SFIDE PER CHI SARA’ IL NUOVO SINDACO
Ultimi giorni di campagna elettorale anche per Trieste: sono undici i candidati sindaci che si affronteranno nel segreto dell'urna il prossimo 5 giugno. Ad attendere il vincitore della competizione politica è una città con tante luci, ma anche molti problemi da risolvere, aggravati da una crisi che ancora stenta a lasciare il passo. Basti pensare ai posti di lavoro persi dal 2009 al 2014, 9mila, solo in minima parte recuperati dalla ripresa, segnata lo scorso anno, nel terziario commerciale e nel settore dei pubblici esercizi. Dinnanzi ad una condizione occupazionale debole, urge, dunque, un profondo ripensamento della struttura economica locale, sfruttando appieno – sollecita il segretario generale della Cisl Trieste Gorizia, Umberto Brusciano – le potenzialità e gli strumenti offerti dal Tavolo dell'economia del Comune di Trieste, che ha già prodotto risultati significativi come gli Accordi di programma per la riqualificazione del sito della Ferriera di Servola e l'inserimento del territorio di Trieste nella strumentazione della cosiddetta "Crisi industriali complessa. “Il Tavolo dell’economia, che è locale e raccoglie gli attori sociali e istituzionali – spiega Brusciano – su nostro stimolo, da qualche tempo si è dimostrato più efficace nella sua funzione. Va, però, continuato il percorso, così come rese più efficaci le azioni sul territorio con maggiore collegialità e specializzazione negli interventi”. La parola d'ordine per lo sviluppo della città non può che essere "fare sistema", condividendo strategie ed azioni e guardando al territorio provinciale nel suo complesso, scommettendo non solo sulla presenza industriale oggi a rischio, ma anche su altri assets come il turismo, il commercio e la portualità. Tra i punti di forza di Trieste, infatti, c'è il mare, che, con i suoi 18 metri di fondali naturali, rappresenta il punto d'approdo ideale per le navi di grande stazza e per quelle da crociera. Tanto che – valutando i traffici commerciali – il capoluogo del Friuli Venezia Giulia, a chiusura del 2015, si è confermato il primo porto d'Italia per volumi complessivi, con 57,1 milioni di tonnellate di merce movimentata e una sfida vinta sotto il profilo dell'intermodalità ed, in particolare, dei collegamenti diretti via rotaia con il centro ed Est Europa, con oltre 5mila 600 treni partiti nel 2015, il 12% in più rispetto all'anno precedente. "La nuova gestione dell'Autorità portuale – sottolinea Brusciano – sta ponendo le basi di una nuova strategia produttiva ed occupazionale, che più volte abbiamo sollecitato e che oggi occorre implementare in modo sistemico, avvantaggiando tutto il territorio nel suo insieme". Un tassello in più in questa direzione è arrivato gli scorsi giorni dal Protocollo d'intesa siglato, proprio a Trieste, dal Presidente del Consiglio, Matteo Renzi, dal ministero dei Beni e delle Attività culturali e da Regione, Comune e Autorità portuale per la valorizzazione dell'area del Porto Vecchio e che di fatto sblocca 50 milioni di euro di investimenti per dare gambe ad un progetto nazionale ed internazionale di grande respiro. "Trieste – ha affermato il premier – è la città italiana più europea, può vantare le sedi di alcuni dei più importanti centri di ricerca al mondo, ha un porto commerciale in piena espansione, ma per troppo tempo in passato è stata trascurata dalle istituzioni centrali». Tuttavia – per la Cisl -occorre anche stimolare, forti della presenza di diversi centri di ricerca scientifica e tecnologica, l’insediamento di nuove aziende ad alto valore aggiunto di prodotto e di processo, oltre ad accrescere la componente manifatturiera,, ossatura portante anche per lo sviluppo degli altri settori. Resta, invece, il nodo della Ferriera di Servola, oggi gruppo Arvedi. Malgrado un piano di investimenti pari a 180 milioni, un obiettivo occupazione di 800 unità ed un impegno concreto sul fronte del risanamento ambientale, la Ferriera continua a vivere la sua difficile partita sul fronte ambientale. "Noi – conclude Brusciano – siamo convinti che lavoro e ambiente non siano temi confliggenti e che l'attuale profilo produttivo della Ferriera vada assolutamente salvaguardati, certo perseguendo, anche con più decisione, gli interventi di risanamento e controllo, così come per altro previsti dai vari Protocolli sottoscritti"