CISL FVG-REGIONE, PRIMO PASSO PER FAVORIRE L’OCCUPAZIONE FEMMINILE
E’ un interesse condiviso tra Cisl Fvg e Giunta regionale, quello che riguarda il mercato del lavoro al femminile, tanto che oggi nella sede del Sindacato a Trieste, è stato siglato, alla presenta della governatrice Serracchiani e degli assessori Panariti e Telesca, il primo passo verso azioni concrete a sostegno dell’occupazione in “rosa”.
Punto di partenza l’analisi realizzata da Idea Tolomeo, per conto della Cisl Fvg e presentata lo scorso maggio, e che pone al centro una questione chiave: per riuscire a mantenere in Friuli Venezia Giulia un rapporto equilibrato tra popolazione over 64 e occupati dovranno aversi contestualmente, accanto ad un’espansione dell’economia, inclusione di genere e conciliazione tra lavoro e famiglia.
Dopo il boom dell’occupazione femminile registrato tra la metà degli anni Novanta e il Duemila (e che ha determinato la crescita complessiva del tasso di occupazione, oggi per le donne attestato al 55%), serve un ulteriore scatto avanti. A sostenerlo è una semplice proiezione: date le dinamiche demografiche in essere, se vogliamo confermare nel 2035 lo stesso rapporto attuale tra occupati ed anziani, pari a 1,6, le donne dovranno lavorare di più, altrimenti dovremmo aspettarci un tasso di occupazione maschile assolutamente improbabile, ovvero al 110%.
Ecco, dunque- è emerso dall’incontro odierno – la necessità, sintetizzata dal segretario generale della Cisl Fvg, Giovanni Fania, di spingere sui pilastri indispensabili dell’inclusione di genere e della conciliazione. Quanto allo strumento è sempre la Cisl Fvg a lanciare la sua proposta: scommettere sulla contrattazione di II livello ed, in particolare, su quella di welfare aziendale, chiamando come parte in causa non solo il Sindacato e i datori di lavoro, ma anche la Regione, soggetto garante e regista sul territorio. Insomma, un’azione coordinata per promuovere a 360 gradi l’occupazione femminile, in un’ottica di qualità e premialità, abbattendo di fatto gli ostacoli che oggi si frappongono alla vita professionale (e spesso alla carriera) delle donne, condizionandone pesantemente le scelte.
Basti pensare solamente alla quota di part time involontario registrato tra le donne del Friuli Venezia Giulia e fisso al 15%, contro il 5% di Austria, il 2% di Croazia e l’1% di Slovenia (in Italia la media è al 19%, a fronte dell’8% dell’Ue).
“Sicuramente – ha commentato per la Cisl Fvg la segretaria Claudia Sacilotto – il dato è condizionato dall’andamento della crisi. Tuttavia, rispetto a questa situazione ci preoccupano molto anche le ricadute, a partire anche dalla capacità salariale”.
Di qui la presa d’atto odierna sul problema della conciliazione tra tempi di vita e di lavoro, e la questione legata ai servizi soprattutto dedicati alla prima infanzia e alla cura degli anziani.
“Il problema reale – spiegano Fania, Sacilotto e la coordinatrice delle donne Cisl, Renata Della Ricca – è che sono ancora troppo pochi gli accordi aziendali, pubblici e privati che affrontano in modo originale il tema delle pari opportunità e che trovano soluzioni innovative al problema della conciliazione”.
Tre, a questo proposito, le proposte concrete avanzate dalla Cisl Fvg alla Giunta regionale: ipotizzare, attraverso apposite linee guida regionali, l’estensione temporale dell’accoglienza e del doposcuola, nella scuola dell’infanzia e nel primo ciclo, immaginando anche forme di compartecipazione delle famiglie; favorire l’emersione del lavoro di cura, garantendo al contempo ulteriori spazi di mercato del lavoro per formatori, oss e tutori; sostenere, specialmente nelle aziende di piccole dimensioni, la diffusione di strumenti di welfare aziendale, che includano tra i servizi anche i voucher per la conciliazione.