SCIOPERO HELP LINE CIVIDALE, ADESIONE AL 90%
È stata «altissima e determinata», si legge in una nota del segretario della Sas di Complesso First Cisl Luigi Pisani, l’adesione dei lavoratori allo sciopero indetto lo scorso 11 luglio in tutte le sedi delle Aziende del Gruppo Istituto Centrale delle Banche Popolari Italiane, di cui Help Line Spa fa parte oltre ad essere partecipata dalla Banca Popolare di Cividale.
Comprende tre sedi, una a Cividale appunto a nella stessa struttura dove ha sede la Direzione della Banca e dove sono impiegati circa 150 lavoratori, oltre a Milano e Bologna, per un totale di oltre 500 dipendenti. Il Gruppo è passato l’anno scorso dalla proprietà delle Banche Popolari Italiane ai fondi di private equity Advent International, Bain Capital e Clessidra per un corrispettivo di oltre 2 miliardi di euro (alla Banca di Cividale la vendita aveva fruttato una plusvalenza, al netto della tassazione, di circa 62 milioni di euro) e nei prossimi mesi è prevista la presentazione del nuovo Piano Industriale che, “per stessa ammissione della proprietà, potrebbe prevedere pesanti ripercussioni occupazionali”. “Abbiamo chiesto – ha detto Pisani – la rioccupabilità in caso di future cessioni di rami d’azienda, la certezza dell’area contrattuale del credito in tutto il Gruppo, la sospensione di ogni possibile trasferimento di attività dentro e fuori del Gruppo, in assenza oggi di un piano industriale, e soprattutto la garanzia del mantenimento delle unità produttive per come oggi sono strutturate nei territori. Abbiamo provato anche una conciliazione in Abi a Milano ma ha avuto esito negativo: lo scioperò è stato indetto davanti all’assenza di una reale volontà di confronto con il Sindacato sulle possibili pesanti ripercussioni occupazionali derivanti dai progetti strategici del Gruppo”.
“La mobilitazione del Gruppo ICBPI – si legge in una nota unitaria di tutte le organizzazioni sindacali – ha avuto un successo notevole: un esito lusinghiero e per certi versi inaspettato. E' un risultato che la dice lunga sul grado di consapevolezza delle persone rispetto ad una fase che si sta prospettando lunga e difficile e sull'assenza di condivisione per come finora la Direzione ha proceduto. Ora questo esito della mobilitazione impone anche un'attenta riflessione sul percorso da intraprendere con la condivisione e l'apporto di tutti”.