Felsa, nasce il sindacato delle Partita Iva
A sentirla in fretta può sembrare paradossale: il popolo delle partite Iva, quello del Nord Est ruggente, crea il suo sindacato. I lavoratori autonomi (e nell’immaginario orgogliosi di esserlo) si alleano. In pratica i giochi sono leggermente diversi: decine di figure professionali subiscono ormai “l’obbligo” della partita Iva e in un mare in tempesta come quello dell’economia degli ultimi tempi, la ricerca di qualche garanzia non può essere snobbata.
L’ha capito per tempo la Cisl, che con la sua forza organizzativa ha unito le forze di due vecchie categorie sindacali, e nominato un responsabile regionale, per il nuovo sindacato delle partite Iva e degli interinali. La nuova sigla si chiama Felsa (Federazione Lavoratori Somministrati Autonomi ed Atipici) e sarà presentata lunedì prossimo a Mestre al ministro del Welfare, Maurizio Sacconi.
Già oggi sono quasi duemila gli iscritti al sindacato, nato dalla fusione tra Alai (atipici e interinali) e Clacs (lavoratori autonomi). La categoria è gestita a livello regionale, e il responsabile per il Friuli Venezia Giulia è Stefano Di Fiore.
Il mercato è profondamente cambiato negli ultimi anni: le aziende hanno paura di assumere, non si possono permettere dipendenti a tempo indeterminato. E anche un dipendente a termine da 1000 euro al mese costa all’azienda spesso oltre il doppio. Così, si moltiplicano i casi in cui una prestazione lavorativa che ha di fatto le sembianze del lavoro dipendente, si tramuta in una collaborazione con la fattura da staccare a fine mese. Contratti? Zero. Spesso sono gli stessi ordini professionali ad imporre in pratica l’apertura della partita Iva. «Vogliamo creare delle tutele – ha spiegato il segretario regionale della Cisl Giovanni Fania – per i lavoratori autonomi, le partite Iva e gli interinali, soprattutto ricordando che si parla spesso di lavoratori con professionalità elevate riconosciute anche da albi professionali».
Fania ha indicato vari settori, tra cui anche quelli della comunicazione e dell’editoria, in cui i operano i lavoratori potenzialmente interessati dal nuovo sindacato. Attualmente, circa il 60% degli iscritti in regione appartiene alla categoria degli interinali, e il 40% al cosiddetto popolo delle partite Iva, le cui iscrizioni – ha però notato Fania – «stanno crescendo notevolmente».