CISL FVG: SINDACATO E CATEGORIE FANNO QUADRATO SULLA RIFORMA FISCALE
Stamani a Monfalcone l’iniziativa della Cisl. Presenti oltre 400 delegati
Il segretario generale Giovanni Fania: “Serve un patto, anche a livello locale, per un sistema tributario più equo e giusto”
Lotta all’evasione, diminuzione delle aliquote ed aumento delle detrazioni per i lavoratori dipendenti e pensionati, detassazione dei premi erogati tramite i contratti collettivi aziendali e territoriali, tracciabilità dei pagamenti, riduzione del peso fiscale sulle imprese più meritevoli, tassazione delle rendite finanziarie: sono gli assets della riforma del fisco, lanciata questa mattina a Monfalcone dalla Cisl Fvg, in contemporanea con le altre piazze d’Italia.
Dal palco del Kinemax – dove sono arrivati oltre 500 delegati, accanto ai rappresentanti delle categorie economiche e della politica – il Sindacato scende in campo a favore di un modello fiscale “più equo e giusto”. “E’ necessario – spiega il segretario generale Giovanni Fania – un patto fiscale tra i produttori di ricchezza: occorre agire concretamente non solo per sensibilizzare associati ed operatori che la distorsione delle regole è un danno per tutti, ma anche unendo gli sforzi delle organizzazioni sindacali a quelle delle parti datoriali per individuare obbiettivi comuni nella lotta all’evasione, all’elusione e alle sperequazioni impositive”.
L’urgenza – secondo la Cisl – è di ricalibrare il sistema tributario sulle famiglie e di spostare il carico d’imposta dai redditi di dipendenti e pensionati, colpendo con progressività ed equità chi effettivamente può permettersi maggiori spese.
Tematiche sulle quali Sindacato e categorie economiche fanno quadrato, a partire dagli Industriali, convinti della necessità di riformare un modello fiscale che oggi penalizza le imprese sul fornte della competitività. “Le tasse sull’utile – spiega Giancarlo Pinna, vicepesidente di Confapi – oggi hanno un’incidenza anche del 70%: questo sistema mette le imprese in una fascia di perdita, che non permette di stare sul mercato”.
Rilancia il vicepresidente di Confindustria Fvg, Giancarlo Di Bert: “La riduzione del prelievo fiscale può avvenire solo attraverso una sensibile riduzione della spesa pubblica, da fare gradualmente nel tempo, ma anche semplificando la complessità del sistema fiscale, con la certezza del diritto e regole omogenee che consentano una pianificazione fiscale e attrarre investimeti dall’estero, federalismo fiscale e la concentrazione di misure agevolate per le aziende su obiettivi mirati: patrimonializzazione, aggregazioni, ricerca”.
Alla ricetta si aggiunge anche l’appello di Graziano Tilatti, presidente di Confartigianato Fvg, che spinge sui tagli ai privilegi e compensi milionari dei manager e invita le istituzioni a supportare maggiormente le imprese, anche quelle piccole e piccolissime che si stanno spegnendo a poco a poco stritolate dalla crisi, ma anche dalla pressione fiscale.
Se la richiesta di Sindacato e categorie produtive è un abbassamento delle tasse ed un’azione decisa di contrasto all’evasione, quella dell’Anci, con il presidente Gianfranco Pizzolitto – che dice no allo scudo fiscale, rilanciado per contro la tassazione sui redditi patrimoniali -, è quella di un’autonomia impositiva riconosciuta ai Comuni per dare risposte concete ad una crescente complessità sociale, che vede allargare le fascie di marginalità.
Welfare richiamato anche dall’onorevole Pd Ivano Strizzolo, convinto della necessità di un nuovo patto sociale e di una normativa fiscale più snella.
Sul fronte della politica è, però, l’assessore regionale Sandra Savino a scattare la fotografia della situazione regionale, appesantita – sotto il profilo fiscale dalla perdita dei tributi versati su altre piazze, ovvero fuori dai confini regionali, dalla crisi in atto e dal debito accumulato.Qautno alle azioni messe in campo, Savino ricorda accanto alla “battaglia” della Regione a difesa delle compartecipazioni (sono ancora 250 i milioni contesi allo Stato), l’operazione Irap estesa alle pmi e ai professionisti (con 56 milioni di entrate in meno nelle casse), l’impegno rispetto alle criticità delle zone di confine (dal problema della accise della benzina, che avvantaggia gli operatori esteri sui nostri), alla convenzione con l’Agenzia delle Entrate per i controlli (finanziati fino allo scorso anno anche dalla Regione) sull’evasione.
A fare sintesi è il segretario nazionale generale della Funzione Pubblica Cisl, Giovanni Faverin. “Costruiamo un’asse e incomicniamo a distinguere, anche sul fronto fiscale, tra imprese che investono e creano lavoro per i figli e imprese che pensano solo a capitale, e pensiamo ad essere competitivi: in eìEuropa le tasse sono al 38%, da noi al 44%”. “Siamo stufi – aggiunge – di essere presi in giro dal teatrino della politica: se calano le entrate, cala anche lo stato sociale. Non possiamo permetterlo: ipartiamo da un’alleanza con le categorie per cambiare le regole”.
Monfalcone, 27 febbraio 2010
Mariateresa Bazzaro
Ufficio stampa Cisl Fvg