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3.523 FIRME A DIFESA DEI PRESIDI POSTALI DELLA MONTAGNA

Presentati ieri a Gemona i risultati della campagna promossa dalla Cisl Alto Friuli
Il Sindacato scende in campo contro il depauperamento dei servizi sul territorio

La campagna promossa dalla Cisl dell’Alto Friuli contro la chiusura dei presidi postali in montagna e nella pedemontana, fa il pieno di firme: in due mesi, infatti, ne sono state raccolte oltre 3mila 500 a sostegno di un servizio ritenuto insopprimibile e dalla forte valenza “sociale”.
Con queste adesioni il Sindacato respinge, dunque, il piano generale di ristrutturazione dell’Azienda Poste, che, tra l’altro, prevede una razionalizzazione funzionale dei presidi con la cancellazione, ad esempio, della Filiale di Tolmezzo (già smantellata) e la connessa chiusura di alcuni uffici in Carnia.
”Lo Stato – afferma il segretario generale della Cisl, Franco Colautti – per far quadrare i suoi conti preferisce tagliare là dove è più semplice, rendendo ancor più periferica un’intera zona già di confine. Senza tener conto che questo smantellamento avrà pesanti ripercussioni sul piano occupazionale e della qualità dei servizi offerti”. Se, infatti, gli operatori postali risultarenno in esubero, aggravando così il già pesante scenario occupazione del settore in regione, l’apertura a singhiozzo degli sportelli o la chiusura di alcuni presidi causerà disagi enormi alla popolazione, ad esempio costringendola a percorrere maggiori distanze per riscuotere la pensione o usufruire dei servizi delle poste. “La nostra – aggiunge Colautti – è una battaglia a difesa della nostra gente, per non essere sempre l’ultima ruota del carro in una regione poco attenta ai bisogni delle popolazioni svantaggiate”. “Nelle località montane e pedemontane – gli fa eco il segretario regionale della Slp Cisl, Roberto Fioretti – il servizio postale svolge una funzione utile per la collettività perchè consente a larghe fasce della popolazione di accedere ad importanti ed essenziali servizi primari: è l’ultimo presidio sociale rimasto dopo la chiusura delle scuole, dopo i preti a scavalco, così come i medici di base, dopo i tagli dei collegamenti pubblici”.
Di qui, l’appello del Sindacato alla “politica”, cui verranno presentate le firme. “Occorre – afferma Colautti – un intervento politico deciso, tale da consentire all’azienda postale di ridurre le perdite economiche in zone disagiate”. “E’ necessario – specifica Fioretti – che le Istituzioni locali contribuiscano a diminuire il gap che esiste tra i costi che comportano quegli uffici e i ricavi che in essi si riesce a realizzare”.
Allo scopo, sono due le proposte avanzate dal Sindacato: affidare a Poste Italiane spa il servizio di tesoreria di alcuni Comuni o, così come già previsto dalla Finanziaria 2010 della Provincia Autonoma di Bolzano, aprire una trattativa seria e concreta per arrivare ad un contratto di servizio Poste-Regione e/o Provincia.
Un ringraziamento particolare, rispetto alla raccolta fime, va alla categoria dei pensionati Cisl Alto Friuli, guidata da Giancarlo Tabacco.

DATI NUMERICI
Al 31 dicembre 2009
186 dipendenti tra Direttori, sportellisti e specialisti commerciali
(dal 1/1/2010, 3 dipendenti in meno per pensionamento e non sostituiti)

89 uffici postali di cui 62 in sede di comune e 27 in frazione
Di questi 89 uffici postali, 55 sono monounità, 3 a doppio turno, 6 con almeno 3 unità, 23 con 2 unità  

Gemona, 3 marzo 2010
Mariateresa Bazzaro
Ufficio stampa Cisl Fvg