La casa di riposo Culot a rischio privatizzazione
La denuncia dalla Fps-Cisl: «Il Comune non investe più sulla struttura»
Che fine hanno fatto i progetti di ampliamento della casa di riposo “Angelo Culot”? Se lo chiede la segreteria provinciale della Funzione Pubblica Cisl di Gorizia, che denuncia come dopo le promesse relative al piano di potenziamento della casa di riposo di Lucinico non siano ancora arrivate azioni concrete da parte dell’amministrazione comunale. «Era stato deciso di ampliare il numero dei posti letto per anziani non autosufficienti presente nella struttura goriziana, portandolo dagli attuali 32 ad una quota compresa tra 60 e, addirittura, 90 posti – spiega Massimo Bevilacqua, segretario provinciale della Cisl Funzione Pubblica -. Ma fino a questo momento non c’è ancora traccia del piano di fattibilità indispensabile a dare il là al progetto, e soprattutto dalle istituzione non arriva alcun segnale». Al di là dei problemi relativi al presente e al futuro della struttura comunale, le preoccupazioni della Fps Cisl si concentrano anche sulla situazione del personale. «Al momento ci sono tra i 16 ed i 18 dipendenti comunali che lavorano alla Culot – precisa Bevilacqua -. Il problema è che il Comune non effettua più assunzioni, e non vengono nemmeno coperte le malattie. Basti pensare che a gennaio una dipendente è stata portata alle dimissioni perché non è stata accettata la sua richiesta di poter effettuare un part-time verticale. Al di là delle rassicurazioni del sindaco, allora, la sensazione è che si punti a una privatizzazione del servizio».
Intanto, un’altra amara sottolineatura Bevilacqua la riserva al direttore provinciale dell’Agenzia delle Entrate Edoardo Monassi. «Ieri abbiamo svolto un’assemblea generale con una sessantina di dipendenti dell’agenzia, della dogana e del territorio nella sede di via Buonarroti – dice -, e il direttore ci ha trattati con pochissimo rispetto, riservandoci una piccola stanza assolutamente inadeguata. È dovuta intervenire la direzione nazionale per sbloccare la situazione e farci assegnare uno spazio consono a svolgere l’assemblea».