Troppe difficoltà per acquisire la cittadinanza, un ostacolo per la vera integrazione
«Finché le persone straniere avranno tutta questa difficoltà a ottenere la cittadinanza italiana il processo di integrazione non potrà dirsi pienamente avvenuto». Il componente della segreteria della Cisl di Udine, Paolo Mason, non usa mezzi termini per commentare i dati sui nuovi italiani, con pochissime domande che vanno a buon fine a seguito di trafile burocratiche difficili e molto complesse. «E’ evidente che la legge Bossi Fini ha creato dei vincoli notevoli nella possibilità di ricevere la cittadinanza. Basti pensare che adesso persone che lavorano qui da quindici anni e che hanno perso il lavoro rischiano di essere espulse dall’Italia. Il discorso non riguarda chi è entrato irregolarmente, ma persone che sono venute nel nostro Paese, hanno contribuito alla sua crescita facendo spesso lavori che alle persone del posto non piacevano». L’esponente della Cisl denuncia poi un altro problema. «Ci sono molti studenti stranieri che arrivano da noi e non riescono neppure a ottenere la residenza: per loro a quel punto è impossibile pensare di avere un lavoro o fare la patente». Insomma secondo Mason la situazione è preoccupante. «La cittadinanza è ancora vista come un traguardo ambito da quasi tutti gli stranieri che si trasferiscono in Italia. Solo chi è più anziano spera ancora di tornare nel proprio Paese d’origine, con qualche soldo da parte. Ma se non cambiamo rotta non ci sono le condizioni perché la nostra società regga. E’ troppo comodo chiamare le persone dall’estero quando abbiamo bisogno di loro e poi quando non servono più lavarsi le mani della loro situazione».