Introduzione al sessantennale della Cisl (di Iris Morassi)
Ricorre quest’anno il sessantennale della Cisl, da sempre il sindacato dei lavoratori, dell’autonomia, dell’associazionismo, della contrattazione e partecipazione.
Sono questi i tratti salienti che hanno consentito alla CISL di contribuire in modo sostanziale alla crescita democratica del nostro paese, favorendone la modernizzazione. Un obiettivo che la CISL ancora oggi – con coraggio – continua a perseverare, intervenendo in modo incisivo sia con le forze economiche, sia con le istituzioni, in particolare sui settori di pubblica utilità che maggiormente incidono sui fattori della crescita e sulla vita dei cittadini.
La CISL è un sindacato che ha avuto, ed ha, una forte capacità di stare sulle cose, di essere concreto, di negoziare, distinguendosi dal tratto antagonistico che caratterizzava, e in parte ancora caratterizza, la CGIL.
Un sindacato – il nostro – che ha fatto della contrattazione una pietra miliare, cercando sempre spazi più ampi per attuarla, a prescindere dall’interlocutore che di volta in volta si trova di fronte.
Oggi siamo qui per festeggiare tutto questo e rinnovare un impegno forte di responsabilità. Non siamo soli: in questo percorso, spesso pieno di ostacoli, ci accompagnano quanti prima di noi, con grande determinazione e lungimiranza, hanno avuto la capacità di costruire assieme un Sindacato vivo e vitale.
Tra questi Carlo Bravo e Rolando Cian, che qui ringraziamo perché è anche attraverso il loro instancabile lavoro che oggi la CISL del Friuli Venezia Giulia è un Sindacato credibile, autorevole, rispettato dalle controparti, propositivo.
Due persone, due sindacalisti “di razza”, accomunati dalla rettitudine morale e da quella vocazione rara di saper ascoltare gli altri, avendo – a cuore – i problemi della gente, delle lavoratrici e dei lavoratori e – ben a mente – il dovere di tutelarli.
Saranno i nostri ospiti – che ringrazio per la disponibilità di essere qui oggi – a farci meglio entrare nel mondo di Bravo e Cian. Io mi limito a sottolineare l’importanza dell’eredità preziosa che ci hanno consegnato, augurandomi che il loro esempio possa davvero arrivare a tutti, e specialmente ai giovani che si accostano, come delegati, rsu, operatori, al Sindacato.
A tutti l’augurio di far propria una lezione di lucidità intellettuale e modestia, di concretezza e proposta.
Chiudo con una breve citazione dal libro di Carlo, Il sentiero del piccoli passi. “La sfida del Sindacato continua. A mio parere non cesserà mai. Ed un sorriso, spero non troppo compiaciuto, mi si accende pensando al contributo che, a piccoli passi, giorno per giorno, ho cercato di portare in queste un tempo povere, ma sempre accoglienti, terre del Friuli Venezia Giulia.
L’augurio che faccio a tutti noi, è che un giorno guardandoci indietro,giovani e meno giovani,possiamo con un sorriso ,non troppo compiaciuto,ripetere la stessa affermazione.
Grazie!