Incontro con i vertici di Poste Italiane sulla questione degli uffici postali della sua montagna
21 Settembre 2010
Gemona del Friuli, 21 settembre 2010
Non possiamo che essere contenti che la Provincia di Udine abbia chiesto un incontro con i vertici di Poste Italiane sulla questione degli uffici postali della sua montagna.
Spiace dover rilevare che al Presidente Fontanini, la Cisl dell’Alto Friuli aveva fatto pervenire già nel marzo scorso le quasi 4.000 firme raccolte in brevissimo tempo a supporto della presenza degli uffici nel Comprensorio, chiedendo un incontro ed il sostegno politico all’iniziativa.
Incontro concessoci solo dopo parecchie insistenze a fine aprile e conclusosi senza alcun impegno da parte della Provincia, quasi che il problema non la riguardasse.
La situazione che preoccupa oggi la Provincia non è diversa o peggiore da quella segnalata, più e più volte, anche con iniziative pubbliche, dalla Cisl e dalla Cisl Alto Friuli in particolare.
Come Sindacato abbiamo chiesto alla politica un intervento deciso, tale da far comprendere a Poste Italiane le giuste rivendicazioni delle nostre popolazioni, in particolare anziane, che chiedono di mantenere e rafforzare il servizio postale nei territori montani: un servizio importante, di fondamentale rilievo sociale, destinato in particolare alla popolazione più debole.
In tempi di grandi cambiamenti, mentre il mondo attraverso la globalizzazione diventa piccolo, il nostro “piccolo mondo”, le valli, i paesi, le borgate delle nostre montagne, sono sempre più abbandonate a se stesse.
Questi luoghi vedono ridurre costantemente la rete di servizi: tutto chiude, riduce, razionalizza, trasferisce: scuole, banche, negozi. Non possiamo accettare che il loro destino sia solo quello di diventare un gigantesco albergo diffuso.
Tra gli altri altrettanto importanti, anche il più radicato e presente servizio, quello postale, è oggetto da tempo di una radicale riorganizzazione che si traduce in riduzioni di orario, chiusure, ridimensionamenti.
L’economia di tali scelte si scontra con l’attenzione che dobbiamo, tutti, ad un presidio umano, storico, morale.
La montagna non è una “zona marginale”: è un luogo di legami, di storie, di economie, degne di rispetto ed attenzione, non solo di pensiero ma anche, e soprattutto, strutturale.
Occorrono quindi politiche, a tutti i livelli, che consentano e garantiscano alle nostre comunità locali opportunità e servizi affinché si interrompa il processo di svuotamento dei paesi.
La situazione che preoccupa oggi la Provincia non è diversa o peggiore da quella segnalata, più e più volte, anche con iniziative pubbliche, dalla Cisl e dalla Cisl Alto Friuli in particolare.
Come Sindacato abbiamo chiesto alla politica un intervento deciso, tale da far comprendere a Poste Italiane le giuste rivendicazioni delle nostre popolazioni, in particolare anziane, che chiedono di mantenere e rafforzare il servizio postale nei territori montani: un servizio importante, di fondamentale rilievo sociale, destinato in particolare alla popolazione più debole.
In tempi di grandi cambiamenti, mentre il mondo attraverso la globalizzazione diventa piccolo, il nostro “piccolo mondo”, le valli, i paesi, le borgate delle nostre montagne, sono sempre più abbandonate a se stesse.
Questi luoghi vedono ridurre costantemente la rete di servizi: tutto chiude, riduce, razionalizza, trasferisce: scuole, banche, negozi. Non possiamo accettare che il loro destino sia solo quello di diventare un gigantesco albergo diffuso.
Tra gli altri altrettanto importanti, anche il più radicato e presente servizio, quello postale, è oggetto da tempo di una radicale riorganizzazione che si traduce in riduzioni di orario, chiusure, ridimensionamenti.
L’economia di tali scelte si scontra con l’attenzione che dobbiamo, tutti, ad un presidio umano, storico, morale.
La montagna non è una “zona marginale”: è un luogo di legami, di storie, di economie, degne di rispetto ed attenzione, non solo di pensiero ma anche, e soprattutto, strutturale.
Occorrono quindi politiche, a tutti i livelli, che consentano e garantiscano alle nostre comunità locali opportunità e servizi affinché si interrompa il processo di svuotamento dei paesi.
Il Segretario Generale
Franco Colautti