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Legge regionale sul commercio e aperture domenicali: interviene Duriavig

La legge regionale sul commercio e la conseguente discussione sulle aperture dei negozi la domenica , è ritornata prepotentemente al centro del dibattito del consiglio regionale del Friuli Venezia Giulia, provocando spaccature e divisioni politiche nella la maggioranza e soprattutto a livello territoriale/locale come abbiamo visto nei giorni scorsi.
Come sindacato della Fisascat Cisl, riteniamo che questa situazione ricalca lo stesso clichè di quanto avviene a livello di dibattito politico nazionale, dove da mesi si discute a livello centrale del problema di una casa di Montecarlo ??? mentre al livello regionale si parla e perde tempo per discutere delle aperture dei negozi alla domenica, invece di affrontare con serietà e tempestività il problema drammatico della crisi economica che ha coinvolto le gran parte delle attività manifatturiere e commerciali sia a livello nazionale che regionale, che inevitabilmente si ripercuote sull’occupazione e sui consumi in generale.
Questa situazione richiederebbe maggiore attenzione soprattutto da parte di quei politici dell’area Triestina e non solo, per fare in modo che l’emergenza che il sindacato e le associazioni di categoria denunciano da mesi, venga affrontata con provvedimenti che consentano rilanciare l’economia, di frenare la perdita dei posti di lavoro e garantire un reddito sufficiente per rilanciare i consumi.
Sempre questi politici farebbero bene a leggere e valutare attentamente quanto emerso da una recente indagine scientifica commissionata dalla amministrazione Regionale in accordo con le associazioni dei consumatori ed effettuata dall’università di Udine.
In questo lavoro si evince in maniera chiara che la maggioranza dei cittadini/consumatori del Friuli Venezia Giulia ritiene sufficienti le aperture dei negozi (25 + 4) garantite dalla attuale legge in vigore.
Come FISASCAT ribadiamo che le attuali 29 domeniche di apertura sono sufficienti per dare risposte alle esigenze dei commercianti, dei lavoratori e dei consumatori, essendo questa intesa frutto di un accordo di mediazione che ha tenuto conto delle diverse posizioni in campo, oltre ad essere un impegno che l’attuale presidente della regione ha promesso in campagna elettorale.
Una eventuale modifica che vede aumentare il numero delle domeniche ed il riconoscimento di città e/o territori turistici rimetterebbe in discussione l’intero impianto della legge, con conseguenze disastrose già sperimentate nel passato che hanno portato alla liberalizzazione selvaggia, che non ha procurato vantaggi per nessuno.
Purtroppo tutto ciò è dovuto agli interessi e le pressioni attuate da alcuni gruppi della grande distribuzione e delle cooperative di distribuzione, e fanno si che con questi provvedimenti ci si limita a fare gli interessi di pochi a scapito di molti, fregandosene dei problemi che una eventuale liberalizzazione comporterebbe sull’occupazione, sull’equilibrio tra piccolo e medio commercio su tutto il territorio regionale.
La politica tutta dovrebbe chiedersi perché in Friuli Venezia Giulia l’offerta commerciale supera di molto la richiesta, il moltiplicarsi dei centri commerciali ha già creato notevoli squilibri territoriali, inoltre stiamo registrando una forte diminuzione del commercio al dettaglio nei centri urbani, con gravi disagi soprattutto per i cittadini/consumatori anziani.
Infine, gli argomenti che alcuni portano a sostegno della modifica della legge sul commercio è legato alla presunta concorrenza con gli stati confinanti Austria e Slovenia, argomento questo che non regge, in quanto chi va a fare spesa oltre confine lo fa esclusivamente per motivi di prezzo e non certamente per le aperture domenicali.
Alla luce di quanto è successo nei giorni scorsi in consiglio regionale, e per le considerazioni sopra esposte, sarebbe auspicabile che il nuovo assessore al commercio convochi tutti i soggetti interessati sulla materia, associazione dei commercianti, dei lavoratori e dei consumatori e tutti insieme discutiamo per trovare le soluzioni per una gestione concertata che porti benefici e benessere a tutti.