Cisl Gorizia: asse forte tra industriali e Consorzi
Creare un’asse forte con l’Associazione degli Industriali e i due consorzi di Gorizia e Monfalcone per un’azione decisa di marketing territoriale: è la risposta della Cisl isontina all’inerzia di una provincia incapace di cogliere le opportunità. La sfida è stata lanciata questo pomeriggio nel corso del consiglio generale del Sindacato, riunito a Monfalcone. "Continuiamo a rilevare l’assenza di una idea sistemica per il rilancio e lo sviluppo del territorio" – denuncia il segretario generale, Umberto Brusciano. "Noi crediamo – aggiunge – che per uscire dall’impasse sia necessario ed urgente il recupero di una dimensione sinergica tra le forze del territorio, a beneficio dell’occupazione e della produttività". Secondo la Cisl isontina è dunque tempo di promuovere con slancio le realtà strategiche della provincia – così, ad esempio, il Porto e l’autoporto – vere leve da muovere all’interno, però, di una condivisione comune.
Parallelamente, ma sempre con l’obiettivo di dare sviluppo al territorio, il Sindacato punta anche sulla costituzione di un Osservatorio ad hoc con l’Agenzia delle Entrate locale, i sindaci del comprensorio, le parti economiche e datoriali e non ultime le organizzazioni sindacali, come luogo di monitoraggio delle questioni fiscali, a partire dall’evasione, da contrastare con la massima fermezza. Accanto a questi interventi "strutturali", la Cisl guarda anche agli strumenti già esistenti, ma di scarsa efficacia. E’, ad esempio, il caso dei Centri per l’Impiego che stentano a svolgere un ruolo decisivo a sostegno dell’occupazione, stretti da adempimenti burocratici ostativi.
Il consiglio odierno – partecipato anche dai segretari della Cisl regionale e nazionale, Giovanni Fania e Pietro Cerrito – ha posto al centro del dibattito anche la "questione birmana". Dopo la toccante testimonianza dello scorso anno del sindacalista Zaw Tun, costretto all’esilio, l’attenzione sul Myanmar, alla vigilia di una elezione farsa, resta alta. Anche in casa Cisl, considerato che la Birmania, pur se geograficamente molto lontana, dal punto di vista del lavoro lo è molto di meno, basti pensare che 6 aziende friulane, in aperta violazione delle norme europee ed internazionali, stanno operando nel Paese asiatico e in alcuni casi addirittura foraggiando la Giunta militare. A denunciare la situazione è stata Cecilia Brighi del Dipartimento internazionale della Cisl, da qualche giorno ospite in provincia per un serie di incontri ed autrice del libro "Il Pavone e i Generali. Birmania: Storia di un Paese in gabbia".
Mariateresa Bazzaro
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