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Seimila assunzioni in meno

Nel secondo trimestre di quest’anno seimila assunzioni in meno

Questo l’allarme lanciato da Claudio Palmisciano della Cisl di Udine, in occasione del convegno «Province a confronto sui temi della formazione professionale e delle politiche del lavoro», organizzato dalla Provincia di Udine in collaborazione con la Fondazione Cref e la Fondazione Crup. I numeri sono quelli forniti dall’Osservatorio sul mercato del lavoro della Provincia di Udine, su dati dei Centri per l’impiego, e precisamente: nel secondo trimestre di quest’anno le assunzioni si sono fermate a 21.928 unità, contro le 22.754 del 2009 e le 27.313 del 2008; le assunzioni per macrosettori, dal terzo trimestre 2008 al secondo trimestre 2010, sono calate in percentuale: agricoltura (-10%), industria (-13,8%), servizi (-9,8%); le variazioni delle assunzioni nel corso dell’ultimo biennio, per tipo contratto, sono le seguenti: tempo determinato (-8,7%), interinale a tempo det. (-26,1%), dipendente nella pubblica amministrazione a tempo determinato (+8,1%), progetto/Co.Co.Co. (+10%), apprendistato (-21,5%), tirocinio (+0,3%), lavoro occasionale (+12,3%), lavoro nello spettacolo a tempo determinato (-17,3%), lavoro domestico a tempo determinato (-46,6%), inserimento lavorativo (-34,7%), tempo indeterminato (-34,3%), lavoro domestico a tempo indeterminato (-32,7%), dipendente nella Pubblica amministrazione a tempo indeterminato (- 56,6%), intermittente a tempo indeterminato (-7,3%), associazione in partecipazione a tempo indeterminato (-17,3%), altro (-50%).
«Bisogna collegare in maniera forte i Centri per l’impiego con i Centri di formazione professionale», ha sottolineato Pietro Fontanini, presidente della Provincia di Udine, nel corso del suo intervento. «Siamo consapevoli – ha proseguito Fontanini –, che chi entra nei Centri per l’impiego segnala un disagio occupazionale e sono le prime persone da riqualificare presso quei corsi di formazione che gli enti preposti organizzano nel nostro territorio ».
Un collegamento forte tra queste due entità, ha affermato il presidente della Provincia, perché «una segnala le domande di determinate professionalità che arrivano dall’economia reale, a cui bisogna dare risposte immediate ».
La formazione professionale è una materia in capo alla Regione e, secondo Andrea Garlatti, assessore regionale alla Funzione pubblica, Autonomie locali e coordinamento delle riforme, «un collegamento tra Centri per l’impiego e Centri di formazione professionale sono cose molto pratiche e molto concrete che a mio parere possono essere prese sicuramente in considerazione».
Claudio Palmisciano, delle Cisl di Udine ha affermato che «Cgil, Cisl e Uil della provincia sono molto perplesse rispetto alle attivazioni di esperienze in materia di lavoratori socialmente utili e di pubblica utilità)». È importante che i lavoratori che si trovano in una condizione di ammortizzatori sociali, ha sottolineato Palmisciano, «vengano continuamente sottoposti a cicli formativi, perché non appena l’azienda esce dalla crisi, deve riavere indietro dal mercato un lavoratore possibilmente più forte sul piano delle sue competenze professionali. Noi non crediamo che i lavoratori che siano impegnati in progetti Lsu-Lpu – ha concluso l’esponente della Cisl – acquisiscano effettivamente competenze professionali utili ad un successivo reimpiego».

Flavio Cavinato