Fadalti, corsa contro il tempo
Una lotta contro il tempo. Se il commissario giudiziale avrà un mese di tempo per trovare una via alternativa al fallimento e al licenziamento di 287 operai, i conti della Fadalti Spa mostrano una strada tutta in salita: «a fronte di attività a breve per un importo pari a circa 45 milioni, sussistono passività a breve per oltre 68 milioni» si legge nella sentenza del tribunale fallimentare. Ma i sindacati incalzano: «Ci sono ancora clienti, bisogna evitare di perderli».
I requisiti per la procedura straordinaria ci sono e sono matematici. La sentenza del collegio presieduto da Francesco Pedoja (giudici Francesco Petrucco Toffolo ed Enrico Manzon), infatti, non solo evidenzia che la società occupa «da almeno un anno oltre 200 dipendenti ancorché in parte ammessi alla cassa integrazione», ma evidenzia che l’esposizione debitoria è di 89,4 milioni di euro ed è «superiore ai due terzi tanto dell’attivo dello stato patrimoniale (59 milioni ovvero due terzi di 88,7 milioni), che dei ricavi per vendite e prestazioni realizzati nell’ultimo esercizio (20,4 milioni pari ai due terzi di 30,7 milioni)».
A fronte di un buco così importante l’azienda, che opera nella commercializzazione di prodotti per l’edilizia, ha comunque mantenuto una parte di clienti «e questa è una risorsa che va mantenuta – evidenzia Adriano Giacomazzi della Cisl –. A ottobre, ultimi dati disponibili, le vendite hanno avuto buoni risultati. Il marchio Fadalti è conosciuto nel triveneto, è una garanzia». L’incontro. Per questa ragione il sindacato è pronto a chiedere un incontro urgente con il commissario giudiziale indicato dal Ministero dello Sviluppo economico (Alfredo Paparo, 55 anni, nato a Roma ma operativo a Trieste) «nel quale chiederemo di dare ossigeno all’azienda per non disperdere il patrimonio di clienti rimasto – insiste Giacomazzi –. I tempi che il commissario ha per capire se ci possa essere una ripresa sono stretti, ma sono comunque un’alternativa importante al fallimento».
Se sul fronte degli stipendi per ora il personale non ha arretrati – «l’azienda li ha sempre versati puntualmente, manca solo una parte della quattordicesima mentre sulla tredicesima peserà molto la cassa integrazione» – il sindacato vuole portare all’attenzione di Paparo la possibilità di aprire alla procedura di mobilità. «Ci sono persone – esemplifica Giacomazzi – che hanno trovato altri lavori e alcune che si stanno guardando in giro. Essere riassorbiti portando in dote l’indennità di mobilità è importante».