Mirafiori, Pizzo alla Fiom: «Basta fare demagogia. Quell’accordo è buono»
Non si banalizzi il senso di responsabilità con la servitù e soprattutto non si facciano prevalere gli slogan sulla ragione: quello di Mirafiori resta un accordo positivo, la Fiom fa informazione fuorviante e strumentale, oltreché pericolosa per gli stessi lavoratori. Il dibattito sulla vicenda Fiat approda anche in regione con il segretario generale della Fim Cisl, Cristiano Pizzo, che proprio non ci sta e replica alle dichiarazioni dei giorni scorsi del “collega” della Fiom, Gianpaolo Roccasalva: “Evidentemente per qualcuno è molto più semplice parlare di peggioramento delle condizioni di lavoro e di diritti azzerati e ricorrere agli insulti, piuttosto che analizzare compiutamente l’accordo firmato”. Eppure i contenuti dell’intesa ci sono tutti, a partire dall’aumento retributivo e dalla restituzione alla negoziazione di ruolo fondamentale tra le parti. Allo sciopero proclamato per il 28 prossimo dalla Fiom, la Fim Cisl risponde, dunque, entrando nel merito dell’accordo e registrando un sensibile aumento di consensi. “Del resto – sottolinea Pizzo – dalla Fiom non potevamo aspettarci toni equilibrati nel momento in cui la stessa deve costruire un consenso attorno alla partecipazione ad uno sciopero che rischia, come gli ultimi fatti nel 2010, di non avere grande successo”. Chiarisce Pizzo: “La Fiom oggi fa demagogia sulla vicenda del Lingotto, ma forse dimentica che anche qui in Friuli Venezia Giulia, lontana dai riflettori mediatici del caso Fiat, pur di salvaguardare il lavoro ha firmato unitariamente (e anche da sola) centinaia di “accordi di concessione” o in “deroga”, a partire proprio dall’aumento delle ore di straordinario comandabile, messo in discussione chissà perché su Torino. Quanto al merito dell’accordo torinese, la Fim Cisl ci tiene a precisare alcuni punti messi in discussione dalla Cgil, ribadendo che i diritti dei lavoratori non vengono assolutamente lesi. Così, ad esempio, la modifica delle pause pranzo, mantenute all’interno del turno, che prevede che i dieci minuti in meno vengano monetizzati e retribuiti; così la regolamentazione della malattia che di fatto mira a tutelare chi ha malattie lunghe, scoraggiando al contempo l’assenteismo e che vedrà un maggiore impegno economico della Fiat; così il diritto di sciopero che rimane diritto costituzionalmente sancito. Quanto alla rappresentanza è sempre Pizzo a commentare: “Non ci fa piacere che una organizzazione sindacale non sia rappresentata in azienda, ma non è certo colpa nostra: la Fiom, vittima dei propri errori e scelte, prima scava le buche, poi ci inciampa dentro. E getta la colpa sugli altri! ”La Fim- conclude il segretario – di fronte ai lavoratori minacciati dalla perdita di decine di migliaia di posti di lavoro ha fatto prevalere l’etica della responsabilità. Crediamo che la lotta, senza alternative credibili sul piano dell’occupazione futura, sia solo un mero esercizio fine a se stesso”
Mariateresa Bazzaro
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