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Distretto della sedia, ripartire dalle aggregazioni

Stamani a San Giovanni la tavola rotonda organizzata dalla Cisl e dalla Filca di Udine
Servono politiche industriali e risorse

Il rilancio del Distretto della sedia passa per quattro assist fondamentali: aggregazioni tra le imprese, risorse, politiche industriali concrete, formazione: è quanto emerso stamani dalla tavola rotonda promossa a San Giovanni al Natisone dalla Cisl e dalla Filca Cisl di Udine per fare il punto sul Triangolo. La fotografia di partenza – scattata dall’economista Fulvio Mattioni – non lascia dubbi sulla necessità di mettere mano con urgenza ai quattro passaggi fonadamentali individuati: nel giro di otto anni, infatti, il tessuto imprenditoriale della zona è andato progressivamente indebolendosi con le 50 aziende top che dal 2001 al 2009 hanno perso il 49,9% dei ricavi, passando da 710 milioni a 356. Un trend negativo confermato anche dai dati relativi al periodo più recente: mille esuberi nel secondo semestre 2010, flessione del 2,1% dell’export "mobiliero" tra gennaio e settembre (contro il + 3,2% del pordenonese), solo 144 avviamenti al lavoro a fronte dei 1.000 del 2001 e dei 375 del 2008.
"Stiamo assistendo – ha commentato in apertura il segretario della Filca Cisl di Udine, Gianni Barchetta – ad una discesa veloce e costante delle performance del Distretto. La strada per uscire da questa impasse è quella di puntare concretamente sulle aggregazioni delle imprese in risposta all’esagerato individualismo, e di conseguenza anche sulla valorizzazione e spendibilità del marchio".
"Occorre – ha spiegato il segretario della Cisl di Udine, Roberto Muradore – aprire una fase improntata alla collaborazione, sapendo che i freni imposti dalle piccole dimensioni possono essere superati incominciando a ragionare di reti, di ati, di aggregazioni, indispensabili per svolgere funzioni altrimenti precluse come il marketing, il presidio sui mercati lontani, l’innovazione e la ricerca".
Facilitatore di queste operazioni non può che essere l’Assessorato all’Industria ed Artigianato, cui è stato consegnato anche stamani il ruolo di progettare serie politiche industriali e di rilancio. Un passaggio fatto proprio anche dall’assessore regionale alle Attività produttive, Federica Seganti, convinta che – perchè le piccole imprese che costituiscono il tessuto prevalente del Distretto possano essere competitive, agganciare la domanda estera, sostenere processi innovativi – sia necessaria una forte sinergia tra i soggetti a partire da Regione, Distretto stesso e Camera di Commercio. Ma anche – per il consigliere provinciale Francesco Martines – tra Friulia, Bic e Finest. Sinergie, dunque, ma anche risorse, come quelle di derivazione Fas e che – stando alle parole del consigliere regionale Alessandro Colautti – dovrebbero essere scongelate a breve dal Cipe. Dei complessivi 160 milioni indirizzati alla Regione per le infrastrutture e i Distretti, è presumibile che a quello della Sedia andranno tra i 5 e gli 8 milioni. Se fossero confermati, la "scatola-Distretto" potrebbe rilanciarsi sotto più profili. E perchè no – ha proposto il presidente regionale della Confartigianato, Graziano Tilatti – come Distretto della Sedia, ma anche del Legno in generale? "Il legno – ha detto – non è solo sedia, è un materiale che permette molti usi e che può consentire una grande riconversione del territorio". Proposta che ha incassato la disponibilità ad avviare un ragionamento sia dell’assessore provinciale Daniele Macorig, sia del presidente dell’Asdi, Giusto Maurig. In questo quadro, ma non solo, occorre puntare anche sulla formazione delle competenze. Tema che è stato sottolineato con forza dal presidente degli Industriali, Adriano Luci: "Incentiviamo i giovani verso le scuole professionali – ha detto – facendo convergere la richiesta del mercato con i profili lavorativi in uscita dalla scuola ed immettendo le nuove competenze legate ai nuovi materiali". Resta poi urgente – per il numero uno di Confindustria – intervenire attraverso la fiscalità di vantaggio per rendere attrattivo il nostro territorio e lavorare sul valore aggiunto dei prodotti, schiacciati dai costi e dal regime italiano della tassazione".
A riassumere i propositi è stato il segretario nazionale della Filca Cisl, Domenico Pesenti: "La chiave della ripresa sta nel fare squadra – istituzioni, lavoratori e imprenditori – perchè solo così si può aiutare il tessuto produttivo e sostenere la specializzazione delle piccole realtà. Ma vanno anche valorizzati l’aspetto culturale del lavoro, l’innovazione, la qualità e la responsabilità sociale dell’impresa, come valore aggiunto e marchio del territorio. Ultima, ma non ultima, rimane la necessità di fare ampio uso di alcuni strumenti preziosi per l’attrattività: così la contrattazione declinata e la bilateralità" .

Mariateresa Bazzaro
Ufficio stampa Cisl Fvg
335.7970621