Top
 

Comunicati

Cisl FVG > Archivio informativo  > Comunicati  > Bertolini proprietario, rinasce la Caffaro

Bertolini proprietario, rinasce la Caffaro

Ieri la firma dal notaio. Consegnate le lettere di assunzione a 135 ex dipendenti
Gli altri 93 lavoratori resteranno in cassa intergrazione per 18 mesi, previste ulteriori 5 assunzioni
I sindacati: si volta finalmente pagina, ora attendiamo la ripresa con l’avvio della produzione

TORVISCOSA. Da ieri sera alle 21 con la firma del rogito parte del sito Caffaro di Torviscosa è ufficialmente di proprietà della Newco 5 srl (Gruppo Bertolini): subito dopo la firma del rogito davanti al notaio Laura Rigonat, che ha ufficializzato il passaggio, sono state anche consegnate le lettere di assunzione ai 135 lavoratori che automaticamente sono diventati dipendenti della nuova azienda.
Svolta storica dunque ieri per Torviscosa: dopo oltre settant’anni la chimica non sarà più appannaggio di Snia ma del gruppo bolognese Bertolini, mantenendo il nome Caffaro. L’azienda ha un fatturato da 230 milioni di euro, ai quali si aggiungeranno i 30-40 che dovrebbero arrivare da Torviscosa, per il quale Bertolini ha presentato un piano industriale da oltre 30 milioni di euro.
Con questo nuovo sito, il Gruppo chiuderà la filiera, che da distributiva-commerciale diventa ora anche produttiva. Il progetto industriale prevede la suddivisione delle produzioni in due macroaree: quella del multifunzionale e quella del cloro soda, oltre che a quella dei servizi, mentre Bertolini ha anticipato l’intenzione di attivarsi anche nella produzione dei tecnopolimeri e dei plastificati, mentre in due anni (forse anche meno) realizzerà il nuovo impianto a membrane del cloro soda (circa 20 milioni di euro di investimento) per il quale sono previste ulteriori 5 assunzioni attingendo dai 93 lavoratori che resteranno in cigs per altri 18 mesi (oppure potranno chiederà la messa in mobilità) sotto la struttura commissariale che dal 28 febbraio passa da straordinaria a liquidatoria. Altri addetti potrebbero trovare posto nella nuova azienda anche a seguito della professionalità che durante la fase di riavvio, verrà richiesta.
Qualche momento di delusione e anche di tensione alla consegna delle lettere per chi è rimasto fuori dalla nuova proprietà ma, com’è stato ribadito durante l’assemblea dei lavoratori di lunedì scorso, con
questa riorganizzazione “spariranno” alcune figure professionali, non solo per la tecnologia avanzata che verrà adottata nei cicli produttivi, ma anche le nuova operatività dei servizi.
Augusto Salvador (Cisl) e Roberto Di Lenardo (Cgil), in merito alle scelte adottate per l’assunzione dei 135 lavoratori, hanno rimarcato che si tratta di «scelte legate meramente alla situazione tecnico produttiva». I sindacati ora chiedono un tavolo tecnico territoriale al quale, oltre a Regione, Provincia e Comuni, partecipi anche il Consorzio Aussa Corno, per dare risposte anche ai lavoratori, non solo di Caffaro, in cassa integrazione straordinaria: «Non è possibile che la Regione abbia più dipendenti della Lombardia, del Veneto e dell’Emilia Romagna: una politica che va avanti da dodici anni spendendo tanti soldi per pagare l’apparato, ora pensino anche ai cassaintegrati mettendo soldi a bilancio per sostenerli, per dare loro una mano».
«Dunque si volta pagina, e noi – affermano i sindacalisti – vigileremo affinchè gli impegni assunti vengano mantenuti, auspicando che Ministero e Regione diano celermente le autorizzazioni per il nuovo impianto e terremo monitorata la situazione occupazionale avendo la nuova azienda assunto un numero minimo di lavoratori che non può non aumentare con l’avvio della produzione».

Francesca Artico