SANITA’. PAROLA D’ORDINE, FARE SISTEMA. E intanto l’assessore Kosic annuncia per i primi di luglio l’atteso tavolo
20 Giugno 2011
Stamattina a San Daniele il confronto a più voci promosso dalla Cisl Alto Friuli
Fare sistema, ovvero ragionare in chiave più ampia, abbandonando i campanilismi, ma anche raccogliendo le molte sollecitazioni provenienti dal territorio: la riforma del sistema socio-sanitario è pronta a partire, se ci saranno le adeguate garanzie: parola di sindaci e consiglieri regionali, stamani messi attorno ad un tavolo dalla Cisl dell’Alto Friuli per fare quadrato sulla questione sanità e sui suoi possibili assetti. Il punto di partenza è indicato dal segretario del Sindacato comprensoriale, Franco Colautti: “Da parte nostra non c’è nessun pregiudizio rispetto all’ipotizzata revisione del sistema socio-sanitario, ma vorremmo capire come all’interno del quadro più vasto che va delineandosi, si intenda tutelare un territorio come il nostro che presenta diverse fragilità, a partire dalla carenza di medici di medicina generale e pediatri, dai trasporti, passando per la rete a maglie larghe dei presidi farmaceutici”. Un territorio – per Colautti – su cui va tenuta alta l’attenzione, ma che proprio per le sue caratteristiche ha bisogno di trovare in sé il modo di fare sistema, di collaborare entro una visione più ampia. Di qui la proposta cislina, rilanciata stamani, di valutare sotto il profilo sanitario come possibile soluzione su cui ragionare, l’Alto Friuli un comprensorio unico, capace di tenere insieme tutta l’area montana, dalla Carnia alla Val Canale-Canal del Ferro, spingendosi fino alla fascia pedemontana e collinare. Un’ipotesi che piace al sindaco di Gemona, Paolo Urbani e non esclusa neppure dal primo cittadino di San Daniele, Emilio Iob, entrambi comunque convinti della necessità tanto di un coinvolgimento diretto dei territori nelle decisioni, tanto di abbandonare le logiche di campanile che, soprattutto per quanto riguarda l’Alto Friuli, non farebbero che avvantaggiare la già fortissima Udine.
Il dibattito è a 360 gradi e non riguarda soltanto gli ospedali, ma il futuro assetto della sanità nel suo insieme; una sanità fatta sia di strutture, che di distretti e servizi. A porre l’accento sulla complessità della partita, è il segretario della Cisl Fvg, Giovanni Fania, che lancia anche un appello: “Non abbandoniamo la strada delle riforme intrapresa vent’anni fa”. “L’offerta sanitaria della nostra regione – aggiunge, ricordando ospedali, ircss, università – è tra le migliori in Europa. Ora occorre fare scelte di vertice, sapendo che la coperta si è accorciata. Occorre razionalizzare, senza sacrificare i diritti dei cittadini: questo significa mettere mano subito ad alcune voci di spesa sopra le righe: così, ad esempio, il rapporto di 1 a 7 tra dirigenti e dipendenti delle aziende sanitarie, ma anche sanare il problema delle esternalizzazioni, delle prestazioni intra ed extra moenia, del carico di lavoro dei pronto soccorso tempestati da codici bianchi non risolti a monte da un filtro a livello territoriale. Alla richiesta di Fania di aprire subito un confronto serrato sulle questioni, si aggiungono anche i consiglieri regionali Paolo menis e Franco Baritussio, convinti rispettivamente della necessità di un maggiore protagonismo dei territori locali e di una sede istituzionale dove mettere concretamente a frutto la “buona volontà” dei soggetti coinvolti dalla partita sanità, ovvero politica, tecnici e parti sociali.
Istanza accolta dall’assessore regionale Vladimir Kosic che da San Daniele annuncia a sorpresa per i primi di luglio l’attesissimo tavolo, cui dovrebbe partecipare anche il presidente Renzo Tondo. “Il cambiamento che stiamo ponendo in essere – dice – non può avvenire senza un’assunzione condivisa di corresponsabilità”. “Abbiamo fatto molto – aggiunge in sostanza sciorinando una serie di numeri a supporto*, a partire da quelli del personale – ora dobbiamo andare avanti, lasciando da parte gli slogan dell’altro secolo, e concentrandoci su una visione moderna e aggiornata del sistema, sapendo che la sanità non è solo ospedali; che non stiamo togliendo nulla ai cittadini e che bisogna calibrare le scelte sulle priorità, soppesando diritti e bisogni”.
*Si legga comunicato della Regione
Udine, 20 giugno 2011
Mariateresa Bazzaro
Ufficio stampa Cisl Fvg
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