MURADORE RISPONDE ALLA CGIL
La Cgil tenta di far passare o di scambiare l’aggredito per l’aggressore. Ma oggi, come nel 1984 e, più recentemente, nei contratti separati dei metalmeccanici e nel Patto per l’Italia dei primi anni 2000, la Cisl subisce le offese e le menzogne di una violenta e mistificatoria propaganda: allora Carniti era il lacchè di Craxi, oggi Bonanni il sodale di Sacconi e la stampella del Governo.
Nel sindacato la macchina del fango, purtroppo, è in funzione da troppi anni.
Non se ne può più di tanto mirabolanti quanto inveroisimili successi relativi agli scioperi e alle manifestazioni della sola Cgil: troppi numeri in libertà.
Anche il governo Berlusconi sosteneva, mentendo, che in Italia non c’era la crisi, ma la realtà, alquanto diversa, lo sta seppellendo.
Invito sommessamente la Cgil a confrontare il testo originario dell’articolo 8 con quello attuale per cogliere come le modifiche imposte da Cisl e Uil lo abbiano opportunamente depotenziato, specificatamente in materia di licenziamenti. Qualora l’articolo 8 restasse tale e quale anche nel futuro Cgil, Cisl e Uil hanno ora la possibilità di mettere nel dimenticatoio i licenziamenti facili.
I problemi e le brutture non vanno agitati per aumentare la paura e lo sconforto della gente al fine di intercettare un effimero consenso. Alcune forze politiche l’hanno già fatto con temi quali la sicurezza e l’immigrazione senza, ovviamente, alcun risultato apprezzabile. E’, invece, positivo che la Cgil abbia accolto l’invito a riprendere un cammino unitario. Unità tra pari che si rispettano e che possono, legittimamente, ambire a svolgere un ruolo di leadership funzionale senza, però, inseguire datati e impossibili sogni di egemonia.
La Cisl di Udine, ad esempio, ha sempre interpretato il suo essere l’organizzazione maggiormente rappresentativa come un di più di responsabilità, non come vanitosa e narcisistica supremazia.
L’autosufficienza del "fare da soli" è una malattia infantile del movimento sindacale dalla quale bisogna che tutti si liberino. E Cgil, Cisl e Uil di Udine fino ad oggi hanno, invece, operato bene nel territorio, per cui, dopo questi fuochi di artificio, è utile ritornare "al lavoro e alla lotta", con la serietà, l’intelligenza che ci hanno guidato fin qui.
A Belci, infine, che continua a dare lezioni alla Cisl, dico di stare più attento alla stanchezza dei suoi iscritti e militanti, invece, che all’impazienza dei cislini.
di Roberto Muradore