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SI SBLOCCA LA VICENDA CAFFARO

Lo svincolo della Macroarea 7 della Caffaro di Torviscosa apre nuove prospettive per le industrie e per il lavoro: è il punto di svolta emerso dal vertice tra le organizzazioni sindacali Femca, Filctem, Uilcem, le Rsu aziendali e il commissario straordinario di Caffaro-Snia, l’avvocato Marco Cappelletto, tenutosi ieri pomeriggio nella sede di Confindustria a Udine. Si parla di un terreno di circa 112 mila metri quadrati all’interno dello stabilimento Caffaro in cui, dopo le analisi di controllo effettuate dall’Arpa FVG, non sono state rilevate forme di contaminazione delle acque sotterranee.
A restituire formalmente la piena disponibilità di tale area al commissario straordinario è stato il decreto del Ministero dell’Ambiente del 13 settembre che ha approvato la restituzione agli usi legittimi della parte non contaminata della Macroarea 7, consentendo di fatto la sua reimmissione sul mercato. «È un dato molto importante,- asserisce il commissario straordinario- riposizionare sul mercato un’area così vasta è simbolo di rivitalizzazione e rilancio industriale ed anche di un’attenzione particolare al discorso occupazionale. È da sottolineare come la Regione Friuli Venezia Giulia si sia sempre prodigata a sostegno dell’attività commissariale».
L’eventualità più probabile è che sia una joint venture di imprese ad acquistare l’area, ad oggi non si può ancora dire con certezza se nella zona sorgerà o meno un nuovo impianto di cloro soda, ma il commissario Cappelletto assicura che la sua richiesta al Ministero sarà proprio quella di poter mettere in vendita l’immobile legandolo ad un progetto industriale e tutelando l’occupazione. Soddisfatti anche i rappresentanti sindacali perché ora si può guardare al futuro in modo più concreto: «Il polo chimico di Torviscosa può essere rilanciato,- afferma Augusto Salvador della Femca Cisl- tra il 2008 e il 2009 la situazione sembrava impossibile da risolvere, mentre oggi siamo ad una svolta».
Rimangono i problemi delle discariche e il reperimento di altri siti, rimane il problema della transazione per il danno ambientale subito negli anni dallo Stato e che Caffaro deve risarcire, ed è fondamentale che la questione si risolva al più presto per poter dare ai futuri investitori terreni liberi, per i quali cioè lo Stato non possa avanzare pretese risarcitorie. E se non ci sono elementi per poter capire quando la questione “transazione” sarà risolta, le tempistiche per lanciare il bando di vendita dell’immobile dovrebbero essere relativamente brevi, si parla di quattro o cinque mesi. La partita non è finita ma «dopo la vendita degli stabilimenti- assicura Cappelletto- ci sono le condizioni idonee per la reindustrializzazione e per risolvere il problema occupazionale».